Forza Italia è un partito in fibrillazione. L’ultima uscita di Mara Carfagna, dopo una cena riconciliatrice con Berlusconi (andata male), ha spiazzato buona parte degli azzurri: “Se Renzi mollasse il governo – è il sunto del Mara-pensiero – Forza Italia Viva sarebbe una suggestione”. In realtà la Carfagna questa suggestione ce l’ha già dall’estate, cioè da quando il tentativo di riformare il partito, affidando le chiavi a lei e a Giovanni Toti, è naufragato dopo una manciata di settimane. A quel punto la vice-presidente della Camera ha cominciato a valutare tutte le ipotesi, compresa quella più drastica: uscire da FI. Ora è di fronte a un bivio, e Berlusconi s’è stancato: “Far intendere che ci sia bisogno di un nuovo e diverso contenitore per i liberali e i moderati significa essere in malafede o ignorare la realtà – ha detto il Cav. -. E’ irrispettoso per la mia storia parlare di un appiattimento ad una generica destra sovranista. Fuori da Forza Italia non c’è futuro per nessuno”. Si prospetta, però, la possibile creazione di gruppi parlamentari separati che, nelle intenzioni della Carfagna, non dovrebbero fare da stampella al governo giallorosso. Ma per Mara è diventata insopportabile questa alleanza con Salvini che, dopo venticinque anni di gloria, ha ridotto il suo partito all’irrilevanza.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Ma la linea Carfagna non passa in Sicilia
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