I grillini hanno provato a tingerla di giallo. Ma dietro l’assenza di Gianfranco Miccichè da Palermo non si nasconde alcuna gita fuori porta: “Se fossi andato in vacanza, adesso sarei con mia moglie e le mie figlie” fa sapere il presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Che invece si trova in Lombardia, da solo, per motivi di salute: “Una volta l’anno mi tocca fare un check-up clinico dettagliato. Ho 65 anni, in passato ho fatto un piccolo intervento al cuore. Devo monitorare la mia salute. E’ una cosa che rifarò anche l’anno prossimo e fra due. Lo dico adesso ai Cinque Stelle così evitiamo qualsiasi polemica”. Ci scherza su, ma in realtà Miccichè non ha affatto gradito le dichiarazioni del deputato questore Salvatore Siragusa, che a nome dell’intero gruppo pentastellato ha espresso una posizione dura nei suoi confronti: “Qualsiasi impegno del presidente non può venire prima delle prerogative dei siciliani. Fermare il percorso della Legge di Bilancio e della Finanziaria è una cosa da irresponsabili”.
Presidente, converrà coi 5 Stelle che vedere Palazzo dei Normanni chiuso durante una sessione di Bilancio rappresenta un’anomalia…
“Avrebbero ragione se la premessa fosse vera. Ma non lo è. In occasione dell’ultima conferenza dei capigruppo, abbiamo capito che le carte sul Bilancio non sarebbero arrivate all’Ars prima di giovedì o venerdì. Così, tutti insieme, abbiamo deciso di rimandare i lavori a lunedì prossimo. C’erano pure i Cinque Stelle. Io ho approfittato di questi 5-6 giorni per fare dei controlli che sono obbligatori e che, si sappia, mi costano parecchi soldi. Un po’ di relax mi tornerà utile per liberarmi delle tossine che, in parte, sono i grillini a provocarmi. E se vanno avanti così, l’anno prossimo potrebbe servirmi qualche giorno in più…” (sorride).
Quali sono le carte che aspettate dall’assessorato al Bilancio?
“Mancano dei documenti, ma non c’è alcuna premura. Che senso ha votare una Finanziaria a zero?”.
Ma l’obiettivo era approvare la manovra entro dicembre. Non è che la situazione rischia di sfuggire di mano?
“Siamo in attesa che a Roma si trovi una soluzione per scrivere una Finanziaria normale, non “lacrime e sangue”. Non appena arriveranno le carte che ci mancano, saremo in aula dopo un’ora”.
Il responsabile di questi ritardi è il governo Musumeci?
“Assolutamente no. Lei sa che quando c’è da criticare sono il primo… Ma non è questo il caso. Il governo Musumeci si sta trovando nel grande imbarazzo di dover coprire e risolvere un problema enorme che ci è stato lasciato in eredità”.
Cracolici (Pd) ha spiegato che il diniego della Corte dei Conti (che costringe la Regione a spalmare 540 milioni nei prossimi tre anni e non in trenta, come la restante parte del disavanzo da 2 miliardi) è ascrivibile a un errato assestamento di Bilancio di questo governo.
“Cracolici è una persona preparata rispetto ai Cinque Stelle, ma su questo tema lo vedo molto in imbarazzo. Perché lui faceva parte del governo che ha combinato il guaio e ora cerca di salvare ciò che non si può salvare. L’ex assessore Baccei forse andrebbe denunciato per danno all’erario”.
Si spieghi.
“Quando nel 2015 si diede la possibilità a tutti i governi regionali di spalmare i loro debiti per trent’anni, Baccei lasciò fuori questi due miliardi. Il motivo non mi è ancora chiaro. Ma è avvenuto. Il governo Musumeci, inizialmente, ha ottenuto di spalmare il primo miliardo e 400 milioni. Possibilità che gli è stata negata per la parte restante del disavanzo. Farlo in tre anni è impossibile”.
Quindi l’accordo è negoziare con Roma…
“Il nostro assessore al Bilancio sta cercando di rinegoziare questa follia, chiedendo scusa al governo nazionale e ottenendo di spalmare anche la seconda parte del debito in trent’anni. Se succederà, potremo approvare la Finanziaria. Ma è difficile che avvenga prima di un mese. Molto dipende anche da una norma parlamentare in discussione a Roma (è un emendamento al ddl di conversione del decreto legge sulla semplificazione)”.
Vuol dire che per un altro mese la Regione rimarrà in “gestione provvisoria”?
“Ma la Finanziaria non ha senso votarla ora. Non aiuterebbe lo sviluppo della Sicilia, perché non c’è una lira. E lo ripeto: la colpa è di un’operazione scellerata fatta da chi ci ha preceduto. Ciò non toglie che in mancanza di accordi con Roma, potremo tornare in aula e votare subito, impedendo un nuovo esercizio provvisorio. C’è tempo fino al 15 febbraio”.
Se la sua assenza non sposta così tanto, perché i Cinque Stelle l’hanno presa di mira?
“Se avessero voluto trattenermi, potevano dirlo prima. Gli avevo detto che sarei partito. Non aspetti che vado via per denunciarlo… Lo trovo deprimente. Non credo che si possa fare politica con questo atteggiamento. Non è un caso che, a poco a poco, stiano perdendo tutto il consenso che avevano ottenuto con delle promesse non credibili. Avranno un crollo”.
E’ diventata una questione personale?
“Guardi, a me questa cattiveria non fa alcun male. Mi avrebbe fatto male se mi avessero trovato con le mani nella marmellata, ma il barattolo, purtroppo per loro, è vuoto. Non potrei mai mancare in un giorno cruciale per la vita di questa Regione, è un regalo che non potrei mai fargli… Ho cercato in questi mesi di avere un rapporto di collaborazione con tutti loro, ma per il livello di bambineria che hanno raggiunto non so se ne è valsa la pena”.
La cultura del sospetto?
“Studiano il falso per fare del male. Ma senza riuscirci. E poi dimostrano una scarsissima conoscenza dei meccanismi parlamentari. La gente deve sapere che danni rischiano di fare. A Roma ne hanno già fatti abbastanza. Per fortuna in Sicilia, grazie alla nostra vittoria, glielo abbiamo impedito. Da qui alla prossima volta che si voterà, non credo abbiano una sola speranza di farcela”.
Presidente, la visita di Stefania Prestigiacomo sulla Sea Watch ha aperto l’ennesima frattura in seno a Forza Italia?
“Credo che dopo quella visita si siano identificate un po’ meglio le posizioni nel partito. Il 70% di Forza Italia segue la nostra linea, lo so perché parlo tutti i giorni con tutti”.
Ma il restante 30% non rischia di rappresentare un problema?
“Guardi, per fortuna è stato eletto vice-presidente Tajani, altrimenti il quadro dirigenziale sarebbe composto solo da persone del Nord. Capisco che al Nord ci sia un interesse prevalente nel sostenere la posizione di Salvini, ma la posizioni politiche non possono essere il frutto soltanto di un interesse, ma anche di ciò che è giusto fare. Qualcuno segue Salvini perché, forse, gli verrà più facile trovare una collocazione in futuro. Ma io ragiono in modo diverso: per portare avanti Grande Sud, all’epoca, ho perso una poltrona comoda da deputato. Sono fatto così e non cambio”.