Ma il primato del copiaincolla spetta a Siracusa

Ci copiano. E’ inutile, ci copiano. Ora tutto ‘sto scandalo per il sindaco grillino Vincenzo Ciampi (absit iniuria nominibus) da Avellino che ha scopiazzato le sue dichiarazioni programmatiche da quelle del sindaco di Verona.
Ora tutti a fare gli schifiltosi che a Verona i cinquestelle sono all’opposizione rispetto alla Lega. Ma a Roma no e (per oltraggiare ancora il latino) “ubi maior minor cessat”. Ora tutti a significare che questi pentastellati sono pasticcioni, un poco cialtronelli, che poi uno si chiede perché c’è un parlamentare che vuole prendere lo stipendio facendo il velista.

Ma dai, scagli la prima pietra chi non ha mai “copincollato” qualcosa, una citazione, una frase che ci stava bene, una nota noiosa da rifare, poi spacciandola per propria. E comunque il Ciampi (secondo estratto) non ha inventato niente, non è stato il primo e non sarà certamente l’ultimo. Perché vabbè gli articoli, vabbè i temi, vabbè le tesi di laurea (cioè quelle cose per cui all’estero si dimettono i ministri) ma pensate davvero che sia stato un grillino di Avellino il primo a “copincollare” in politica?

Naaaaa, siamo stati noi. Noi siciliani. Cinque anni fa. Siamo precursori, laboratorio politico anche in questo. Anzi soprattutto in queste minchiate. Nel dicembre del 2013 infatti il Comune di Siracusa si coprì di ridicolo per aver “copincollato” il “Piano generale di sviluppo della città per il quinquennio 2013/2018” dall’analogo strumento approvato qualche anno prima dal comune di Cremona e disponibile – ergo copiabile – sul sito del municipio. E certo non sfuggono a nessuno le analogie – culturali, economiche, storiche – fra il centro padanissimo e lombardo e la pentapoli ionica, capitale della magnagrecia. Che in confronto Avellino e Verona sono città gemelle.

Ci fu a suo tempo una inevitabile ammuina consiliare con Salvo Sorbello, consigliere comunale di opposizione (di destra) scopritore del plagio, che sputtanò clamorosamente la cialtroneria, nel caso specifico, della giunta Garozzo (di sinistra). Il sindaco promise indagini interne e punizioni esemplari di cui le cronache successive non riportano traccia, ma che saranno immancabilmente giunte.

A cinque anni di distanza le analogie non sono poche. Evidentemente vanno molto i documenti delle amministrazioni di centrodestra, che tali erano quelle di Cremona e Verona. Ai cronisti vintage viene da pensare che difficilmente Peppone per un suo comizio avrebbe usato una predica di don Camillo. Ma quelli erano tempi antichi, ideologici. Ora va di moda il cambiamento. Anche usato.

Toi Bianca :

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