Centri per l’impiego: concorsone al palo

Il concorso dei Centri per l’Impiego, che la Regione si prepara a bandire dopo una lunga attesa, registra un nuovo incidente di percorso. L’on. Nello Dipasquale, parlamentare del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana, ha infatti presentato all’assessore al Lavoro, Antonio Scavone, un’interrogazione a risposta scritta urgente per avere chiarimenti in merito alle procedure che – secondo quanto appreso da alcuni esponenti di governo – porteranno all’assunzione di 1.024 unità con una preselezione per titoli da cui si avrà accesso a sole due prove successive.

“La normativa in vigore – scrive Dipasquale – stabilisce che i titoli (compresi quelli professionali e di servizio) possono concorrere in misura non superiore a un terzo alla formazione del punteggio finale di una graduatoria rispetto alla quale sono le prove scritte ad avere, per così dire, priorità. Inoltre, la previa valutazione dei titoli, ai fini dell’ammissione a successive fasi concorsuali, può riconoscersi esclusivamente per i profili qualificati dalle amministrazioni, in sede di bando, a elevata specializzazione tecnica, quando strettamente correlati alla natura e alle caratteristiche delle posizioni bandite. Nel caso dei posti che si intende bandire, però, si tratta di posizioni amministrative e non di specialisti. A parte i tecnicismi legislativi che già scoraggerebbero la scelta di questo percorso, si aggiunga l’inopportunità della procedura che appare discriminatoria nei confronti di chi, per i motivi più disparati (comprese la giovane età e le condizioni economiche) non ha avuto l’opportunità di conquistare altri titoli oltre la prima laurea”.

“In altre regioni – avverte Dipasquale – sono stati avviati bandi analoghi per laureati (addirittura per specialisti) nei quali, però, per rispondere all’esigenza delle amministrazioni regionali di snellire le procedure, il numero di prove da sostenere è stato ridotto, mentre i titoli sono stati considerati al momento della formazione delle graduatorie nella misura di massimo un terzo del punteggio totale, così come prevede la norma. C’è da considerare, poi, che una preselezione non premia il merito, e cioè: non è detto che la preselezione per titoli premi la risorsa migliore, perché vengono a mancare nella selezione i risultati delle prove scritte e orali che, solitamente, sono più importanti dei titoli posseduti”.

“E’ mio parere che un concorso che preveda il reclutamento di un così alto numero di persone in un settore critico come quello delle politiche del lavoro – aggiunge il parlamentare del Pd – rappresenti un barlume di speranza per coloro che vogliono mettere le proprie competenze, maturate e maturande, a servizio della Pubblica Amministrazione, ma anche, e soprattutto, per la stessa P.A., e la Regione Siciliana in particolare, di scrollarsi di dosso quelle sovrastrutture obsolete e farraginose in termini di trasparenza e merito, che tristemente la rendono nota alle cronache nazionali. In considerazione di queste e altre considerazioni – conclude – ho chiesto di sapere quali criteri e procedure l’assessore regionale al Lavoro intenda attuare affinché l’espletamento dei concorsi garantisca ai giovani siciliani pari opportunità e la selezione in ragione delle reali competenze e capacità”.

Un’altra grana sull’operato di Scavone arriva direttamente dalla presidenza dell’Ars, nella persona di Gianfranco Miccichè: “Non comprendo perché si debba affidare a Consip, che non è attrezzata, la selezione delle domande per l’assunzione di 1.500, tra diplomati e laureati, nei Centri per l’impiego della Sicilia e non a Formez, che è una società che opera in house, essendo di proprietà dello Stato. E noi abbiamo bisogno di fare presto. Consip – reclama Micciché – chiede 2,5 milioni di euro per processare 11 mila domande; Formez con la stessa spesa garantisce la verifica di 110 mila domande di potenziali candidati. Per attivare la convenzione con Consip sarebbero necessari dai 145 ai 175 giorni per la pubblicazione dei bandi di concorso, che deve essere preceduta dall’attivazione di un’apposita procedura; Formez, invece, dispone già della necessaria piattaforma per la ricezione delle domande. Con Formez le procedure sarebbero molto più veloci e le fasi concorsuali non si svolgerebbero a ridosso delle elezioni regionali, come inevitabilmente sarebbe con il coinvolgimento di Consip. In questo modo si mette a rischio il concorso e la possibilità di dotare i nostri centri per l’Impiego delle adeguate professionalità”.

Il bando era atteso nel 2020 e, dopo essere finito in stand by per via della pandemia, era dato in uscita all’inizio dell’estate. Uno dei motivi dell’ulteriore rinvio è stato proprio lo stop impresso da Musumeci alle convenzioni con il Formez, l’ente nazionale che avrebbe dovuto garantire l’assistenza tecnica. Una scelta che in pochi si spiegano. In un’interrogazione presentata lo scorso luglio, anche il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, aveva chiesto a Musumeci “di chiarire le ragioni che hanno fatto venir meno i ‘rapporti di fiducia ’ tra Formez ed il governo regionale”.

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