Gli attacchi frontali di Musumeci ai Forestali siciliani non è andato giù ai sindacati. Il primo a scattare sulla sedia è stato Alfio Mannino, segretario generale di Cgil Sicilia: “Il governatore finge di non vedere la regia della criminalità organizzata dietro gli incendi. Se la prenda con i mafiosi o con chi specula sulla gestione del territorio invece di accusare ingiustamente i forestali – spiega a “Repubblica” – Musumeci ha mandato una categoria a lavorare in condizioni ipercritiche. Le opere di prevenzione sono partite in ritardo per l’esiguità delle risorse nonostante il lavoro immane del dipartimento Sviluppo rurale. A inseguire i criminali ci pensino le forze dell’ordine: il governatore ha altri compiti, fra i quali finanziare il servizio anti-incendio. Il problema è il governo del territorio, che spetta proprio a Musumeci”. Sulla stampa, intanto, emerge il numero dei forestali siciliani: su un totale di oltre 22 mila unità, appena 1.331 godono di un contratto a tempo determinato. La fetta più grande (oltre 9 mila persone) lavorano 101 giorni l’anno. Le graduatorie sono bloccate dal 1996 e ogni anno l’organico si restringe per i pensionamenti. L’età media risulta sopra i 55 anni: “Se c’è qualcuno contro il quale il presidente Musumeci dovrebbe puntare il dito – ha dichiarato il segretario della Uila, Nino Marino – questo è il suo governo. Offende un’intera categoria invece di fare autocritica per la peggiore stagione anti-incendio degli ultimi vent’anni”.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Ma i sindacati: dimentica la mafia
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