E mentre il “popolano” Musumeci attacca a testa bassa chi si sottrae ai doveri imposti dalla Regione Sicilia, il vicepremier Di Maio – che di recente lo ha minacciato di togliergli i poteri speciali sui rifiuti – non risparmia accuse al sistema politico siciliano, ritenuto il responsabile atavico di ogni tragedia, Casteldaccia compresa. In un intervento a Radio Radicale, il capo politico del Movimento 5 Stelle se l’è presa con le amministrazioni di centrosinistra e di centrodestra che hanno governato l’Isola: “Cosa hanno fatto e dove erano negli ultimi 10 anni? Mi fa ridere che adesso hanno scoperto l’abusivismo. Consiglierei a questi avvoltoi di aggirarsi sulle carcasse dei loro partiti piuttosto che sui corpi dei siciliani che sono morti e vanno rispettati”.
La politica che non decide, quella che per decenni ha imperato in Sicilia quando non esisteva la piattaforma Rousseau, è considerata la causa di ogni male. E così sarà sin quando il Movimento 5 Stelle non avrà testato l’arte del potere (ha da poco iniziato a Roma), sporcandosi le mani, e avrà sempre un alibi per non aver assistito agli scempi gestionali della storia più recente: “Adesso hanno scoperto l’abusivismo edilizio – ribadisce Di Maio – dopo che hanno governato per 20 anni ed hanno trasformato i consorzi di bonifica in carrozzoni politici. Mi fanno ridere che adesso sostengono che quella casa andava abbattuta. Quella villetta (a Casteldaccia) andava abbattuta dieci anni fa”. Sfrontato come sempre. Di Maio non perdona, e non dimentica.