Il Comune di Palermo è in deficit strutturale. I conti in disordine di Palazzo delle Aquile – con debiti fuori Bilancio ed anticipazioni di cassa eccessive nell’ultimo Consuntivo – potrebbero costare cari a partire dal 2020. Secondo le ultime norme entrate in vigore alla fine del 2018, infatti, il governo nazionale eserciterà una forma di commissariamento su tutte le operazioni che riguardano il personale: in primis sulle stabilizzazioni e poi sui concorsi, che evidentemente saranno stoppati. Circa 600 precari, sulla base della legge Madia, dovevano essere stabilizzati entro il 2020, ma il loro futuro è in bilico dato che fino a quella data non sarà possibile alcuna manovra per il blocco imposto dalla legge. A dover rinunciare alla stabilizzazione, al momento, sono 171 vigili urbani, sette assistenti sociali, 33 educatori, un biologo, cinque funzionari contabili, uno informatico, sette sociologi ma anche assistenti di servizi alle imprese e ai servizi turistici, centralinisti, esperti in sport, legali, impiegati, geometri, periti agrari, fotografi, tecnici dell’ambiente e un dietologo. “Per colpa di un ‘ghiribizzo’ del Governo che ha cambiato le regole ad anno praticamente finito e le ha addirittura comunicate dopo il 31 dicembre – ha protestato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – dovranno interrompersi le procedure di stabilizzazione dei lavoratori già in servizio, così come dovranno interrompersi le procedure per l’assunzione delle maestre e dei giornalisti”. Inoltre i palermitani dovranno pagare a un prezzo più alto alcuni servizi individuali come impianti sportivi, musei, asili, mercati generali, cimiteri.
Enrico Ciuni
in Il sabato del villaggio
Ma a Palermo il Comune blocca 600 precari
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