Vi è qualcosa di tragico nella mossa di Silvio Berlusconi per impedire l’ascesa di Draghi al Quirinale, nelle parole che ha lasciato trapelare poco prima della conferenza stampa di lunedì sera del capo del governo. Parole con le quali ha voluto avvertire che senza Draghi Forza Italia non si sentirebbe più impegnata a far parte della maggioranza e, anzi, si sfilerebbe. La tragedia è in un uomo che si vede solo con i suoi occhi e il cui sguardo non riesce ad andare oltre gli specchi ingannatori che gli porgono coloro che lo circondano. E per questo ritiene la propria candidatura giusta e opportuna. Perché, naturalmente, la minaccia di elezioni – e del conseguente, immediato e mesto ritorno a casa di tanti parlamentari – se Draghi dovesse trasferirsi al Colle, non ha a che fare con il politicamente sensato timore che l’allegra brigata che oggi sostiene il governo, un istante dopo la sua partenza, diverrebbe del tutto ingestibile. Continua sull’Huffington Post
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L’uomo che sogna il Quirinale come l’Oscar alla carriera
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