Ad avercelo un conto in banca del genere. A 22 anni, poi. Luigi Genovese, figlio d’arte della politica, eletto alle ultime Regionali con Forza Italia, è il nuovo “paperone” dell’Assemblea regionale siciliana. L’Ars ha reso nota oggi la classifica dei guadagni riferita all’anno 2017 e calcolata in base alla dichiarazione dei redditi presentata dai 70 parlamentari lo scorso anno. I guadagni di Genovese ammontano a 277 mila euro, una cifra che comprende i redditi fondiari e immobiliari e un imponibile secco di 116 mila euro. Gli ultimi della lista sono due grillini, Elena Pagana e Luigi Sunseri, e il deputato di Fratelli d’Italia Antonio Catalfamo, che hanno dichiarato poco più di 3mila euro, ossia il valore degli stipendi percepiti in chiusura di 2017, dopo l’insediamento a palazzo dei Normanni. Sul podio dei migliori anche De Domenico (Pd) e Claudio Fava (Cento Passi)
Tornando a Genovese, conto in banca a parte, la sua attività politica non ha (per ora) molto da raccontare. Se non fosse che nel collegio di Messina, alle elezioni di novembre 2017, quelle che incoronarono Nello Musumeci nuovo governatore, il giovane rampollo di famiglia raccolse quasi ventimila voti, un terzo di quelli presi dal partito. Un’affermazione strepitosa, dietro cui si cela la mano caparbia di Francantonio, il papà, che è già stato deputato con il Partito Democratico e con la stessa Forza Italia, prima di essersi defilato dalla politica dopo che nel 2014 la Camera dei Deputati autorizzò il suo arresto in seguito a una inchiesta per truffa e peculato (rimarrà una settimana in carcere). Sempre a papà Francantonio, nel gennaio 2017, fu inflitta una condanna a 11 anni dal tribunale di Messina in seguito allo scandalo dei Corsi d’oro sulla Formazione.
Ma Genovese a Messina resta garanzia di successo elettorale e il giovane Luigi – “le colpe dei padri non possono ricadere sui figli” è una frase fatta ma sempre attuale – è riuscito fin qui a costruire una breve carriera di successo. Ha da poco aderito all’intergruppo per l’identità siciliana e la Regione mediterranea, una creazione dei deputati Figuccia, Galvagno e Lo Giudice e, per distinguersi sul tema dell’insularità, ha presentato un emendamento alla Legge di Bilancio per l’istituzione di un fondo destinato al rimborso, ai siciliani, dei biglietti aerei di linea nazionale nei periodi di festività pasquali e natalizie.
“Io non ho alcuna condanna e impresentabile non lo sono” aveva risposto a chi, durante la campagna elettorale lo accusava di rientrare nella lista da bollino rosso del Movimento 5 Stelle. “Mio padre non lo è nemmeno, ha solo una condanna in primo grado – lo discolpava il figliolo – E comunque credo di aver raccolto molto consenso fra i giovani”. Epico il brindisi fra i due Genovese, senior e junior, nel comitato elettorale di Messina dopo l’affermazione di quest’ultimo. Un rapporto inscindibile che né le chiacchiere né i tribunali sembrano poter deteriorare. Un posto all’Ars e quel primato tra i paperoni (ma anche un piccolo intoppo in un’indagine per riciclaggio): la scalata del figlio d’arte di successo è appena cominciata.