Luigi, che preserva l’arte delle piccole cose

“Recuperare materiale inutile per farlo diventare utile. Dare l’utile all’inutile”. C’è il rispetto dell’ambiente nell’arte di Luigi Aricò, tra pittura e scultura. L’artista dalle grandi vedute, 62enne, vive e opera da sempre a Cefalù, città dall’antico splendore bizantino. A Cefalù, l’artista dona due opere: una che raffigura la Terra, 6 m e 30 cm di circonferenza per 2 m e 40 cm di altezza, una sfera illuminata nelle ore notturne, installata lo scorso 24 aprile alla presenza delle massime autorità cittadine. Feritoie, rientranze e ammaccature simboleggiano la malvagità dell’uomo verso il Pianeta. Un’altra opera, un gigante pesce che si nutre di plastica che fa da contenitore ai numerosi rifiuti inorganici, in uno dei lidi di Cefalù. Un’opera di Aricò donata come socio dell’associazione “Fare Ambiente Cefalù Madonie”. Ancora delle sagome di 2 m x 2 m raffiguranti uomini, donne e bambini dietro un filo spinato sono l’omaggio ad Anna Frank e allo sterminio dei campi di concentramento raccontati dalla nostra storia.

Come viene imbastita l’arte di Aricò? Pietra, ferro e legno. Una scoperta, le zappette della motozappa agricola, gli permette la realizzazione di opere d’arte a costo zero e allo stesso tempo il riciclo di un rifiuto altamente inquinante. Fonte di ingegno, il rapporto con il nonno, a cui Aricò era molto legato. “Qualsiasi problema che riscontrava, era capace di risolverlo in quattro e quattr’otto. Il suo ingegno? Un’ispirazione per me. Disegno, trasformazione e realizzazione nelle mie vene. Ogni oggetto che si presenta davanti riesco a vederlo sotto un nuovo aspetto utile e creativo”. Macchinine in legno, trattorini e scatole con tanto di ruote e tettoia. Semplici lampadari trasformati con reti metalliche in opere d’arte nell’adolescenza. Una ballerina, l’ultima opera scultorea di Luigi, in partenza per Montecarlo, dal 25 al 28 settembre all’interno del Motor Yacht Show, alla presenza del Principe Alberto II di Monaco. All’interno del prestigioso salone nautico, nell’iconico Port Hercules, in una delle città con la più alta concentrazione di ricchezza del mondo (il MYS è l’unico luogo in cui ammirare e acquistare straordinari yacht unici per un valore complessivo stimato di 4,5 miliardi di euro, oltre ai prodotti dei principali marchi, designer e produttori di lusso del mondo presenti) Aricò presenterà l’ultima opera quotata dagli americani tra le 3 e le 8 mila euro. A Montecarlo il valore della Ballerina sarà di gran lunga più alto. La stessa opera è realizzata con le zappette agricole dei contadini cefaludesi, stavolta recuperate da trattori, stesso materiale ma con forma più grande rispetto alle “motozappe”. Un’altra mostra è prevista a New York, realizzata dal facoltoso club italiano “Casa Belvedere”.

Selezionato da Mondadori, tra gli altri successi, da cinque anni le opere di riciclo di Aricò fanno parte del Catalogo di Arte Moderna (CAM). L’artista siciliano è tra gli artisti storicizzati dal Primo Novecento ad oggi. Parecchie opere sono pubblicate sulla rivista “Arte” curata da Mondadori, visibili ogni mese nelle 50.000 copie distribuite ai 35.000 abbonati e ai 15.000 collezionisti e galleristi. Ancora collettive con artisti di fama internazionale come Alba Gonzales, Italo Durante ed Elvino Motti. Con Gonzales ha esposto nella Basilica del ‘400 dei Quattro Santi Coronati di Roma. Una scultura fatta con le zappette di Cefalù, dal titolo “L’occhio divino”. Un’altra esposizione, all’Altare della Patria per una Triennale alla presenza del critico d’arte mondiale Achille Bonitolino, con la scultura “Il cane”, stilizzato, e realizzata con lo stesso materiale, grandemente apprezzata dall’illustre esperto. Recente la mostra a New York, dopo il contatto di quasi cinque anni fa con una galleria. A giugno, l’inaugurazione della mostra ha riscosso grande successo. Un successo che gli è valso lo sbarco a Montecarlo. A Berlino, è prevista per gennaio una personale in una galleria dove Aricò ha esposto a fine 2018 con grande successo. Nella capitale tedesca, è stato l’unico artista italiano a vendere una scultura, peraltro ad un collezionista plurifamoso di Berlino, subito dopo il primo giorno di esposizione. Un’opera esposta nel 2017 al Museo della Rocca Paolina a Perugia, a fianco ad un’opera di Burri, il creatore del grande Cretto di Gibellina.

C’è anche “L’arte in cucina” di Mondadori, in cui l’artista incontra lo chef. Un’idea dell’artista toscano Domenico Monteforte: ad ogni opera d’arte viene abbinato un piatto ed un vino. L’evento si svolge nei ristoranti più famosi d’Italia e non solo, tra i 60 e i 70 ristoranti selezionati ogni anno. Un progetto annuale, dove Aricò partecipa da tre anni coinvolgendo ristoranti cefaludesi come il “Bastione e Costanza”. Ancora per la sua Cefalù, come vicepresidente dell’associazione “Cefalù, città degli artisti”, per il sesto anno di seguito, Aricò organizza il Simposio di Arte Contemporanea con artisti di vario ramo nelle arti visive. Quest’anno, l’appuntamento è dal 31 agosto all’8 settembre per una tre giorni dove ogni artista (selezionato appositamente dal direttivo) realizzerà un’opera in estemporanea. Il Simposio coinvolge le aree cittadine di Cefalù, come Corso Ruggiero, Piazza Duomo e il Molo. Quest’anno gli artisti si incontreranno al Molo, in una spiaggetta nei pressi del porto nel centro storico. Tema, i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci. “Una grande scoperta è stata l’ispirazione per una mia nuova opera realizzata per il Simposio di Cefalù”, racconta Aricò. “Un frate commissionò a Leonardo la realizzazione di un pallone rotondo. I palloni al tempo di Leonardo erano ovali. L’artista lo realizzò con 12 pentagoni e 18 esagoni”. Infine, il contratto con la Life Art Gallery Investment, a Battipaglia, in Campania. Una galleria d’arte con una nuova sede che aprirà presto anche a Milano.

Lilia Ricca :

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