Lui, uno scoglio in mezzo all’Ars

Porta la firma dell'assessore Armao la delibera che cambia volto alla Centrale unica. Funzionerà come un dipartimento

Di fronte a Gaetano Armao, forzuto e spregiudicato vice-presidente della Regione Sicilia, non ci sono “pontieri” che tengano. Qualsiasi tentativo di dialogo fra centro-destra e opposizione, che all’indomani dell’accordo gialloverde a livello nazionale aveva fatto sperare (o credere) a un avvicinamento tra forze contrapposte anche nell’Isola, sbatte continuamente sullo scoglio rappresentato dall’assessore all’Economia. Che con Cancelleri e soci proprio non si prende.

Il fatto di simboleggiare l’uomo forte di Berlusconi in seno alla Regione è una pregiudizievole che i grillini non accettano. E qualsiasi sforzo di collaborazione fra Razza, leader dei “pontieri” musumeciani, e gli uomini del Movimento cade di fronte al suo nome. Che i rapporti fra le due fazioni siano tesi, si è potuto evincere dall’ultimo intervento di Armao in Assemblea, proprio dopo che il M5S, su Facebook, aveva mostrato un video in cui il sopracitato vice-presidente definiva il grillismo come un cancro: “La mia – ha provato a difendersi Armao – è un’analisi, fatta in campagna elettorale, ma che attiene alla morfologia ed al metodo della proposta politica che non riguarda i parlamentari regionali che conosco ed in gran parte stimo, né tanto meno gli elettori, anche se, a me pare, attratti da promesse irrealizzabili e raccolti dalla protesta”.

Introdotte le dovute cautele, Armao ha sciorinato alcuni dei motivi per cui i 5 Stelle proprio non gli vanno a genio: dal comportamento tenuto verso il Capo dello Stato in occasione dell’ultima crisi di governo, passando per la tesi di inserimento del vincolo di mandato in Costituzione. Ma soprattutto per le “proposte in materia di giustizia che rischiano di colpire alle fondamenta lo Stato di diritto”. Il populismo giustizialista. “La politica – ha tuonato l’esponente di Forza Italia – è organizzazione della speranza e della solidarietà, responsabilità di delineare un futuro fondato sui valori di libertà, tolleranza, progresso, eguaglianza sostanziale, il populismo è invece – almeno sin qui ha dimostrato di essere – soltanto mobilitazione della disperazione, raccolta dei peggiori conati di avversione e livore sociale e culturale”.

Ai “vecchi livorosi” del Movimento Armao non andrà mai bene. Tanto meno lui potrà cambiare idea su di loro. La maggioranza, di questo passo, rimarrà tale e priva di qualsiasi contributo dall’esterno. Che stando ai numeri, sempliciotti ma indicativi (specie se si parla di una sola legge approvata negli ultimi sette mesi di lavori), potrebbe tornare utile per rimettere in moto la macchina governativa. Il primo stress test sarà la “collaborazione di tutti” invocata da Musumeci per riformare la gestione dei rifiuti. I 5 Stelle hanno già presentato un disegno di Legge che l’aula si appresta a valutare. Con o senza pregiudizi?

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