“Dev’esserci una forte motivazione nel pubblico che viene ad un festival dedicato a tematiche importanti, per nulla banali o scontate come i diritti umani, l’ambiente o la guerra”. La sensibilità al sociale di una Palermo che giornalmente risponde al grido di un’umanità in travaglio, oggi più che mai, registra i suoi 100.000 spettatori al festival internazionale di cinema documentario “Sole Luna Doc Film Festival”, nato da Lucia Gotti Venturato, tredici anni fa, e che domenica 7 luglio alle 19 apre il sipario all’interno del Complesso Monumentale dello Spasimo sulla nuova edizione dedicata alle donne e al loro coraggio. Il Sole Luna Doc Film Festival è un festival dei grandi numeri, con le sue tredici passate edizioni, e la quattordicesima che si preannuncia ricca di aspettative, come quella di creare rete, avere un pubblico numeroso e stimolare sempre di più l’impegno sociale dei giovani filmakers di tutto il mondo.
100.000 spettatori, 10.000 film sulla storia del mondo, 100 studenti italiani e del Nord Africa formati oltre a volontari formati come sottotitolatori, addetti stampa, editori e organizzatori, dando vita a nuove start-up, 18 istituti scolastici e universitari coinvolti. Passione, dedizione e coinvolgimento sono alla base del Sole Luna, che come sottotitolo ha “Creare un ponte tra le culture”. “Esportiamo il format Sole Luna, con le sue proiezioni ed un concorso, a Milano e Treviso, coinvolgendo anche realtà locali”, racconta la Venturato. Quest’anno, ad aprire la nuova edizione sarà la musica da film dei giovani musicisti della Brass Youth Orchestra della Fondazione The Brass Group. L’idea di Lucia nasce tredici anni fa, dal suo impegno nella Politica Estera: “vivo a Roma, sono nata a Treviso, frequento il Nord Italia. Ho la cittadinanza onoraria a Palermo. Palermo risponde in modo eccellente a questo festival e alle sue tematiche. Non avevo alcuna esperienza nella realizzazione di un festival. Nel 2006 mi sono affidata ad una casa di produzione e alla collaborazione del direttore Rai, Carlo Fuscagni, che n’è stato presidente nei primi successivi tre anni. Poi la struttura dell’associazione “Sole Luna – Un ponte tra le culture”, sotto la direzione artistica palermitana di Giovanni Massa, il coinvolgimento di numerosi giovani e l’espansione sempre più ampia nel campo della formazione”.
Oltre 50 proiezioni in programma, di cui 24 in concorso tra lungometraggi e cortometraggi, 20 première a partire dalla rassegna monografica “Freedom Woman” del documentarista di guerra Giancarlo Bocchi. Storie di donne combattenti, dal viaggio attraverso i miti delle lagune della Guyana francese, fino a quello di due botanici nella foresta colombiana, dall’osservazione della vita di un’anziana pastora nel nord dell’Iran fino alla battaglie di un’attivista afghana contro la tossicodipendenza. Il Sole Luna di quest’anno ha come tematica le donne e il loro coraggio, la voglia di spendersi per gli altri, e di raccontare storie della nostra contemporaneità. “Mai come quest’anno – dicono i direttori artistici Chiara Andrich e Andrea Mura – abbiamo avuto tante opere realizzate da giovani registe”. “La quattordicesima edizione rende omaggio al regista italiano Bernardo Bertolucci, a pochi mesi dalla sua scomparsa (26 novembre 2018) e alla sua attualità anticipata rivolta ai migranti, alle discriminazioni razziali, alle religioni altre”, spiega la Venturato. “Temi legati al nostro festival, a quello che noi siamo, e all’attualità che stiamo vivendo”. Saranno presenti la moglie di Bertolucci, la regista Clare Peploe, Jacopo Quadri, editor dei suoi ultimi film, e l’amico scrittore Jon Halliday. Partendo dal documentario “La via del Petrolio” del 1967, si passa al cortometraggio “Histoire d’eaux” del 2002 per arrivare ai tre film “Piccolo Buddha” del 1993, “L’assedio” del 1998 e “Strategia del ragno” del 1970.
Per sette giorni, dal 7 al 13 luglio, il Complesso dello Spasimo si trasformerà in un’isola del Cinema del Reale con quattro sale, una in più rispetto agli altri anni. L’occasione per una serata all’aperto godendo anche del bar allestito all’interno. Tre, le sezioni in concorso, come ogni anno: “Human Rights”, che accoglie documentari sulle storie di diritti negati, mortificati o conseguiti, “The Journey”, sul viaggio come esperienza e metafora della dimensione umana, “Short Docs”, per film che non superano i 30 minuti e accendono i riflettori su temi cruciali del presente. I film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano, inglese e per non udenti, sono previste anche audio descrizioni per non vedenti. L’80% delle opere è di produzione internazionale, proveniente da paesi come l’Iran, il Regno Unito, Francia, Colombia, Germania, Russia, Polonia, Spagna, Brasile, Vietnam, Siria, Belgio, Australia, Canada, Afghanistan, Svezia, Danimarca, Libano, Argentina, Uruguay e Italia.
A decretare i vincitori, una giuria internazionale composta dal regista romano Giorgio Treves, dalla documentarista sudafricana Aliki Saragas (vincitrice della scorsa edizione del Festival), dall’attore palestinese Mohamad Bakri, dalla regista Costanza Quatriglio, e dalla scrittrice e critica Tiziana Lo Porto. Due premi, uno per il Miglior Documentario, dalla Fondazione Sicilia, l’altro al Miglior Film in concorso e Cortometraggio, dal Museo delle Marionette Pasqualino. Altre due giurie, una speciale delle scuole con gli studenti delle scuole superiori di Palermo, l’altra “Nuovi italiani”, con giovani stranieri residenti in città, figli di immigrati, studenti dell’ateneo palermitano. “Palermo città aperta” è un altro spazio dedicato a incontri e momenti di dibattito sul tema dei diritti umani, del dialogo interculturale e del diritto alla libera mobilità degli esseri umani, partendo dai documenti promossi dalle istituzioni della città: dalla Carta di Palermo al recente appello all’Europa della conoscenza “Migrare è vivere”, lanciato dall’Università di Palermo, che sarà possibile sottoscrivere anche durante il festival. A chiudere sarà l’anteprima del Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo allo Spasimo. “Tutte le proiezioni sono a ingresso gratuito. Essendo un progetto di conoscenza – conclude la Venturato – vogliamo che venga al festival anche chi non ha la possibilità di avere cinque euro in tasca”.