Doveva essere un servizio pubblico a disposizione dei cittadini, dei pazienti, delle fasce più deboli. Doveva garantire a tutti, indistintamente, il fondamentale diritto alla salute. E’ diventato invece un sordido terreno di gioco a disposizione del potere politico. Povera sanità siciliana. L’hanno trasformata in una palude che brucia ogni anno nove miliardi di euro. Mancano medici e infermieri. Per sistemare le pareti di un pronto soccorso o ampliare il reparto di un ospedale ci vogliono anni. Servirebbe un governo agile, efficiente, con un progetto di ampio respiro. Invece c’è un governicchio – quello presieduto da Renato Schifani – che amministra solo le sue ambizioni e le sue clientele, che si lacera e si dispera non per le scandalose liste di attesa ma per le nomine dei direttori delle Asp, che non ha altro orizzonte se non il retrobottega di Totò Cuffaro.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
L’orizzonte del governo è la bottega di Cuffaro
renato schifanisanitàTotò Cuffaro
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