“È l’amore che fa rinascere il mondo, che accende stagioni nuove e diverse. L’odio invece separa, allontana, elimina, distrugge, aggredisce, annega l’altro nell’indifferenza”. Così parlo Monsignor Corrado Lorefice, l’arcivescovo di Palermo, alla vigilia del Festino di Santa Rosalia, durante la messa celebrata a palazzo delle Aquile di fronte al sindaco Leoluca Orlando, alle istituzioni e alle forze dell’ordine. Un vero e proprio inno all’amore, un invito “a uscire dal nostro mondo chiuso, ad alzarci per fare esplodere la vita e l’amore, ad alzarci dai nostri esili mentali, dagli angusti confini di patrie paradisiache che ci precludono il rischio dell’altro”. Lorefice e il parallelismo dell’amore che ha permesso Rosalia a salvare Palermo dalla peste: “Dio ci chiama a un amore non astratto – ha spiegato l’arcivescovo – ma a un amore più grande, infinitamente più grande, sublimato che emerge oltre il limite dell’occhio, che sconfina fino a morire per l’altro, per tutti gli altri”. “Rosalia – ha aggiunto Lorefice – è mossa dall’amore di Dio ed è l’amore che la fa uscire dall’agio dei palazzi per andare incontro all’amore sublimato. Il suo corpo intercede per la guarigione di tutti. L’amore è l’olio necessario per alimentare il senso più vero della vita dentro questa città così bisognosa di essere trasfigurata, nelle relazioni, nelle famiglie, nelle scelte politiche e amministrative, nelle strutture sanitarie. Santa Rosalia custodisci in noi l’amore e inonda di amore la nostra città”.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Lorefice: il Festino come inno all’amore
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