I paracadutati non li sopporta più nessuno. Neanche Davide Faraone, presidente dei Senatori di Italia Viva, che ha scelto di candidarsi nel collegio proporzionale di Palermo, alla Camera, per rimettere piede in parlamento. Lo farà in quella che è stata la sua casa da sempre (è cresciuto nel quartiere Cruillas, poi ha frequentato San Lorenzo e lo Zen), nonostante le difficoltà dettate da un esperimento – quello del Terzo Polo – che in Sicilia ha bisogno di attecchire: “Sono palermitano e mi candido a Palermo, perché no? So che è un’eccezione – esordisce il braccio destro di Matteo Renzi -. Ma per me è un fatto di rispetto nei confronti dei miei concittadini. Il Terzo polo andrà alla grande, ne sono certo”
Su Facebook ha inaugurato la rassegna dei paracadutati nell’Isola. Ma i paracadutati ci sono sempre stati. Perché stavolta hanno un ‘peso’ diverso? Forse a causa della riduzione del numero dei parlamentari?
“Mai fenomeno è stato così vergognoso. Ci saranno pochissimi siciliani in parlamento. Questi paracadutati dal Nord non rubano un seggio ad un siciliano, rubano la rappresentanza ai siciliani. Io potevo candidarmi in qualsiasi parte d’Italia, potevo scegliere posizioni più comode, ho scelto di candidarmi nei luoghi dove sono conosciuto e riconosciuto, nei luoghi dove ho fatto le scuole, dove ho fatto politica, dove ho costruito relazioni. Qui tutti hanno il mio numero di telefono e possono anche suonare al mio citofono di casa, prima e dopo le elezioni”.
Parlando di Annamaria Furlan, ex segretaria nazionale della Cisl, Provenzano (vicesegretario del Pd) ha detto che per fare gli interessi della Sicilia non basta essere siciliani: concorda?
“Ma che cavolata è questa? È ligure la Furlan? Le dessero il seggio in Liguria. Poi ci sono i casi semmai di quelli nati in Sicilia, che non hanno mai fatto politica nel territorio siciliano ma sono stati chiusi nei centri studi romani, come Provenzano”.
Passiamo ai paracadutati eccellenti: da Bobo e Stefania Craxi a Michela Vittoria Brambilla. Passando per la compagna di Berlusconi. Ce n’è uno più scandaloso di un altro?
“Ma vi rendete conto che questi non verranno nemmeno a chiedere il voto in campagna elettorale per la vergogna? Sono uno più vergognoso dell’altro. Poi la Brambilla ha il 99,2% di assenze, ha partecipato negli ultimi 5 anni a 95 votazioni su 11.707. Hanno la faccia di bronzo già a ricandidarsi, figuriamoci a farlo lontano anni luce da casa. La Fascina oltre ad essere la compagna di Berlusconi, residente ad Arcore, è nella top 15 degli assenteisti. Anche lei non la vedrete in campagna elettorale, figuriamoci dopo”.
Un altro strano fenomeno, molto accentuato in questa vigilia, è la ‘migrazione elettorale’. In Sicilia sono tutti alla ricerca della migliore agenzia di collocamento per essere eletti. Così vengono meno le idee, le battaglie, i valori, l’appartenenza. Perché?
“Eh già, mi lasci solo confessare lo sdegno che sto provando nel vedere il valore della politica messo sotto i piedi da chi cambia partiti con la stessa frequenza con cui cambia le mutande. Credo che queste elezioni regionali siano il più grande spot per l’antipolitica ed il qualunquismo”.
Anche voi del Terzo Polo schierate alla presidenza Armao, che fino a ieri militava in Forza Italia e che tuttora rimane nel governo Musumeci da vice-presidente e assessore all’Economia. Non le pare strano?
“Noi stiamo aggregando tutti i moderati che non vogliono essere schiavi del sovranismo della Meloni e del populismo di Letta che insegue Conte, Fratoianni e Di Maio. In tanti stanno costruendo questo terzo polo insieme a noi, dalla Carfagna alla Gelmini. Era strano che fossimo in partiti diversi in passato, non che siamo nella stessa aggregazione adesso”.
Qual è la vostra valutazione complessiva sul governo Musumeci?
“Lei ricorda i cinque anni del governo Musumeci per cosa? Me ne dica una realizzata, l’ascolterò con piacere. Io non ricordo nulla, zero”.
Su Schifani, il favorito della vigilia, ci sono stati giudizi poco lusinghieri da parte di Conte, che lo ha definito “il peggio della politica” e di Claudio Fava, che l’ha definito un “candidato opaco”. Qual è la sua opinione?
“Una brava persona con cui ho avuto il piacere di collaborare in questi cinque anni in Senato, siamo su fronti diversi, ma lo rispetto”.
I 5 Stelle sbandierano un primato nei sondaggi, almeno qui in Sicilia. Una possibile chiave di lettura rimane il Reddito di cittadinanza: crede anche lei, come Calenda, che vada confermato solo a chi non è in condizione di lavorare? E gli altri?
“Chi non può lavorare, chi vive una condizione di disagio e povertà deve essere assistito dallo Stato, senza se e senza ma. Chi può lavorare deve essere aiutato dallo Stato a trovare lavoro e formarsi per trovare un buon lavoro e ben retribuito, non può stare a casa pagato da chi paga le tasse facendosi il mazzo, anche in questo caso senza se e senza ma”.
Qual è l’obiettivo del Terzo Polo alle Politiche? Calenda ha detto che se finite oltre il 10% il centrodestra non vincerà e sarà necessario richiamare Draghi. Secondo lei non è un rischio chiedere agli elettori di votarvi per imporre un altro governo “ibrido” o di unità nazionale?
“Draghi non è un ibrido, è il meglio che questo Paese può esprimere. È l’uomo con il miglior prestigio internazionale e siccome parecchi dei nostri guai vengono da fuori, avere lui è la migliore garanzia possibile per gli italiani. Draghi è la migliore espressione del nostro patriottismo, altro che la Meloni”.
Ci sono i margini per risolvere, o tamponare, la crisi energetica prima di andare al voto? Sembrerebbe che lo vogliano tutti.
“Il 6 settembre torneremo in Senato proprio per questo. La campagna elettorale va messa da parte di fronte alle emergenze del Paese. Servono risorse per sostenere imprese e famiglie, servono provvedimenti per una celerissima autonomia energetica”.