Altro che commissione imparziale, dicono. Ha ragione il sindaco Decaro a piangere e strepitare. A valutare infatti ciò che è accaduto a Bari dopo gli arresti per mafia, il Viminale ci manda, assieme ad altri due, anche un prefetto in pensione, Claudio Sammartino, che nientemeno è lo zio di un parlamentare regionale siciliano della Lega che si chiama Luca Sammartino. Lo abbiamo letto l’altro giorno su Repubblica. Ma come? Lo zio di uno della Lega! Ma ve ne rendete conto? E questa la chiamate imparzialità? Sicché domenica, Andrea Orlando, l’ex ministro del Pd, ha twittato: “Se non è un omonimo, il prefetto Sammartino nominato nella commissione di accesso a Bari, che ho conosciuto come un ottimo funzionario, è lo zio di un esponente della Lega in Sicilia. Non c’era nessun altro?”.
Per capire l’amarezza e la contrarietà contenute in queste parole dell’onorevole Orlando bisogna ricordare che in questi ultimi anni, quando il prefetto Sammartino veniva nominato dai governi di centrosinistra al ruolo di “commissario dello stato per la regione Sicilia”, cioè dal 2016 al 2018, suo nipote Luca non era nella Lega ma era un eletto del Pd. Di più: il nipote del prefetto era uno dei maggiorenti catanesi del Pd. E quando poi lo zio è diventato addirittura prefetto di Catania, suo nipote Luca era, sempre nel Pd, il campione della raccolta delle preferenze per il centrosinistra nella Sicilia orientale. Cioè era il più votato e potente di tutti a Catania, città nella quale suo zio era prefetto. Ecco.
E’ ovvio per chiunque che se hai un nipote nel Pd sei imparziale, ma quando questo nipote passa nella Lega non lo sei più. Lo capirebbe pure un bambino. Tuttavia l’amarezza maggiore di Orlando, ma anche di altri dirigenti del partito democratico, dev’essere soprattutto quella di non aver promosso il prefetto Sammartino a ben più alti incarichi quando ancora era imparziale cioè quando suo nipote frequentava il Nazareno. Detto questo è ovvio che tra zii e nipoti ci sia sempre una assoluta corrispondenza di inclinazioni. Caratteriali, culturali e persino politiche. Lo sanno tutti. Essi, cioè zii e nipoti, notoriamente si muovono all’unisono come una falange macedone. Dove va l’uno va anche l’altro. Per averne prova definitiva, parafrasiamo adesso il tweet di Andrea Orlando: “Se non è un omonimo, l’onorevole Enrico Letta, nominato segretario del Pd, che ho conosciuto come un ottimo presidente del Consiglio, è il nipote di Gianni Letta braccio destro di Silvio Berlusconi. Non c’era nessun altro?”.