Per una settimana, a causa della carenza di personale, l’attività del bar più celebre di Taormina – il Bambar – è pressoché dimezzata. Dalle 15, infatti, vale solo l’asporto. Niente consumazione ai tavoli, in attesa che due dipendenti, che si sono fatti male in motorino e hanno preso qualche giorno di malattia, torneranno a disposizione. A poco è valso il passaparola di Saro Bambara, il proprietario del locale, che non riesce a trovare nessuno per rimpiazzarli: “Ho messo l’annuncio sui social, ma nessuno ha risposto all’appello. Fuori dai messaggi ufficiali – riferisce a ‘La Sicilia’ – i ragazzi confessano che è meglio percepire il reddito di cittadinanza piuttosto che guadagnare più del doppio faticando dalle 7 alle 13, o dalle 15 alle 22”.
Il dibattito sulla riforma del reddito di cittadinanza è aperto da settimane. I Cinque Stelle ignorano la questione, rilanciando la valenza della misura nella lotta alla povertà. Ma non considerano che molti se ne approfittano per rimanere sul divano o, tutt’al più, per svolgere qualche lavoretto in nero e arrotondare. Ieri, dal palco del Meeting di Rimini, Salvini ha chiesto ufficialmente al governo di rivedere il provvedimento che costa, allo Stato, circa 8 miliardi l’anno. Secondo gli ultimi dati Anpal, in Italia percepiscono il Rdc 1,65 milioni di famiglie, per quasi 3 milioni di soggetti (appena 350 mila hanno accettato un lavoro proposto dai Centri per l’Impiego). In Sicilia i beneficiari unici sono quasi 700 mila. Negli ultimi tempi si è aggiunto l’assegno unico per i figli. Morale della favola: si può vivere benissimo di reddito. Ma così tanti Bambar rischiano di chiudere.