Lo scandalo dei miracolati

Elena Pagana, neo assessore al Territorio e Ambiente, e Francesco Scarpinato, che succede a Messina al Turismo

Ha preso più voti per l’elezione del Consiglio di presidenza, che non a settembre, nelle urne. Trattasi di Serafina Marchetta, moglie del segretario regionale dell’Udc, Decio Terrana. Nonostante le sventure di Schifani, costretto a combattere fin dal suo esordio con le insidie dei ‘franchi tiratori’ e di una maggioranza spaccata, all’ex consigliere comunale di Grotte (comune dell’Agrigentino) è andata di lusso. Sarà deputato segretario nel Consiglio di presidenza, cioè l’organo di autogoverno dell’Assemblea regionale. Al secondo giro, reso necessario dalle dimissioni del deluchiano Pippo Lombardo, ha ottenuto 27 voti. Il 25 settembre, invece, ne aveva totalizzati 25. Senza zeri aggiuntivi.

La Marchetta è deputata all’Ars grazie a un seggio blindato: era stata inserita, in quota Udc, nel listino del presidente Schifani. Avrebbe beneficiato in ogni caso della vittoria del centrodestra. Anche se così, francamente, appare un po’ troppo. E’ sempre brutto fare i conti in tasca alla gente, una pessima usanza, ma questo è un caso da approfondire: Marchetta guadagnerà lo stipendio da deputato (6.600 euro lordi), più la diaria (4.500 lordi) più l’indennità aggiuntiva da membro del Consiglio di presidenza (1.160 euro): porterà a casa 12.264 al mese (più la spese per lo staff). Cioè quasi 150 mila euro l’anno. Che spalmati sull’arco della legislatura vuol dire circa 735 mila euro. E’ un giochino inutile, ma ogni singolo voto ricevuto sulla scheda le varrà 29.400 euro.

Nella giornata di ieri, il marito, era tornato a lamentarsi per i troppi incarichi conferiti alla Lega (la vicepresidenza della Regione e un deputato questore: Figuccia), che in fondo aveva riportato più o meno gli stessi risultati della DC, il partito di Cuffaro dove Terrana e la moglie hanno trovato accoglienza. A tarda sera è stato ricompensato dei sacrifici disumani della campagna elettorale. Resta all’asciutto l’altro, unico esponente dell’Unione di Centro: cioè l’ex sindaco di Modica Ignazio Abbate, forte di un consenso vero: circa 12 mila voti, il più votato nel Ragusano. Se ne farà una ragione.

Alla pari di Giusy Savarino e Giorgio Assenza, che hanno mandato giù il rospo della loro estromissione dalla giunta. Erano tra i fedelissimi di Musumeci, e non è bastato. Al loro posto sono stati calati dall’altro due “illustri sconosciuti”: la moglie dell’ex assessore Ruggero Razza, Elena Pagana; e il consigliere comunale palermitano, Francesco Scarpinato. Entrambi bocciati nelle urne, ma in qualche modo ‘miracolati da Roma. Pagana aveva messo insieme un bottino misero (1.690 preferenze nel collegio di Enna) finendo lontanissima dalla conquista di un seggio. Scarpinato aveva macinato molte più preferenze, chiudendo quinto nel collegio di Palermo, ultra competitivo. Sono stati ripescati nonostante i mal di pancia di altri ‘patrioti’, molto più blasonati a livello elettorale. Sia Savarino che Assenza oggi si rifugiano dietro la parola ‘dignità’, che non tutti hanno dimostrato di possedere. “Musumeci? Non lo sento da giorni – ha detto l’ex questore al Giornale di Sicilia – L’ultima volta mi ha detto che tanto i nostri avversari non mi avrebbero fatto arrivare all’assessorato. E a quel punto lui ha puntato sulla Pagana”. Bell’amico, verrebbe da dire.

La moglie di Razza, dalla sua bolla dorata, ha ringraziato tutti come se niente fosse: “Il primo giorno è indelebile – ha scritto su Instagram -. Conserverò ogni attimo di questo inizio: emozioni, aspettative, responsabilità, doveri. Grazie al presidente Renato Schifani, al mio partito, alla comunità di Fratelli d’Italia e a tutti coloro che mi hanno fatto sentire il loro sostegno ed affetto”. Schifani non la voleva, il suo partito – a Palermo – neppure. La comunità di Fratelli d’Italia, invece, l’ha conosciuta solo di recente, giacché la Pagana ha aderito al progetto della Meloni dopo un lungo tergiversare: prima Movimento 5 Stelle, poi Attiva Sicilia. Infine, solo infine, i patrioti.

Proviene da una militanza più lunga e consolidata Francesco Scarpinato, graduato dell’esercito, undici missioni di guerra alle spalle. E nuovo assessore al Turismo. Sponsorizzato da Francesco Lollobrigida, attuale ministro all’Agricoltura, e soprattutto da Manlio Messina, in questi giorni impegnato ad aggiornare i suoi record di apparizioni nei tg nazionali.  “Lavoreremo in continuità con quanto fatto dal mio predecessore, Manlio Messina, a cui va il mio plauso per il lavoro svolto” ha detto il neo assessore. “Vogliamo promuovere l’identità turistica della Sicilia, offrire pari opportunità ai diversamente abili nello sport e rilanciare il territorio attraverso un’ampia offerta di spettacoli di qualità. Metteremo tutto il nostro impegno per garantire il bene comune dei siciliani”. Buon lavoro anche a lui, salito al trono del padre nonostante la bocciatura nelle urne.

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