Lo scandalo-bis di Trapani

Dopo il caso dell’insegnante Maria Cristina Gallo di Mazara del Vallo che ha dovuto attendere 8 mesi per il referto istologico, in provincia di Trapani la morte di Paolo Robino, 74 anni, ex infermiere di Salemi, riaccende i riflettori sui ritardi nella consegna dei referti. L’uomo è morto improvvisamente per un infarto il 13 gennaio scorso, 10 giorni prima che gli arrivasse l’esito. Da 4 mesi Robino attendeva il risultato degli esami istologici: il 24 settembre 2024 venne operato, infatti, all’ospedale di Marsala con l’asportazione di un tumore.

Quasi 3.000 sono gli esami che la scorsa estate si erano accumulati nei due laboratori di Anatomia patologica dell’Asp, negli ospedali di Trapani e Castelvetrano. “Chi ha sbagliato deve pagare”, ha detto il direttore generale dell’Asp Trapani Ferdinando Croce. Intanto per il caso dell’insegnante di Mazara del Vallo il deputato Giorgio Mulè ha presentato un’interrogazione parlamentare e il ministero della salute ha inviato una nota dettagliata all’Asp di Trapani per conoscere i tempi di lavorazione dei campioni istologici. Croce ha assicurato che entro marzo 2025 saranno chiusi tutti gli arretrati del 2024.

“Anche oggi, purtroppo, siamo costretti a leggere la notizia che l’attesa troppo lunga per i risultati di un esame istologico ha avuto degli esiti tragici per un siciliano. Basta, non si può andare avanti così, con una tragedia al giorno”. Lo dice Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera. “Ieri una donna di Mazara del Vallo, dopo un’attesa di otto mesi per i risultati di un esame istologico a Trapani, ha scoperto di avere una metastasi. Oggi si apprende che un uomo di Salemi, dopo aver atteso invano lo stesso risultato, è morto lo scorso 13 gennaio. La situazione, così, è insostenibile. Questi casi dimostrano in modo lampante le gravissime inefficienze della sanità siciliana. Anche la Corte dei Conti ha messo nero su bianco che la gestione Schifani è un disastro. Dal momento che il presidente della Regione ha dimostrato di non saperlo fare, è ora che intervenga il ministro Schillaci, finora un fantasma”, conclude.

Enrico Ciuni :

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