La magistratura penale di Catania lo ha rinviato a giudizio, tre settimane fa, per lo scandalo Interporti. La magistratura contabile gli ha bocciato quasi tutti i rendiconti firmati negli anni in cui è stato assessore al Bilancio della giunta regionale presieduta da Nello Musumeci. Mentre la magistratura tributaria lo ha condannato, in secondo grado, a versare nelle casse dell’Agenzie delle Entrate tasse non pagate, per oltre seicentomila euro, relative a una consulenza prestata in favore di Stefano Ricucci, noto avventuriero immobiliare. Sono i punti salienti del curriculum che ha consentito a un avvocato di affari, come Gaetano Armao, di conquistare il vertice della Regione senza avere mai vinto un’elezione; di svolgere mansioni superiori a quelle di un assessore; e di affermare il principio, tutto siciliano, in base al quale sopra il re c’è sempre un viceré.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
L’irresistibile ascesa del vicerè Armao
gaetano armaorenato schifani
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