Ha incontrato gli studenti del Politecnico di Torino per presentare il suo primo film, il debutto assoluto da autore e protagonista sul grande schermo: «Tuttapposto» s’intitola, in uscita giovedì 3 ottobre, regia di Gianni Costantino. Ieri aveva inaugurato il bislacco tour promozionale che si snoda negli atenei della Penisola con un gran successo alla Statale di Milano. Che di sicuro bisserà dopodomani alla Sapienza di Roma e lunedì prossimo all’ateneo di Catania. Captatio benevolentiae, direte voi: Roberto Lipari, palermitano, vincitore due stagioni fa di «Eccezionale veramente», contest televisivo per aspiranti comici su La7, si ingrazia in anticipo le simpatie di un pubblico che lo ha già applaudito in teatro e lo ha seguito con affetto sul piccolo schermo, va a stanare i «gggiovani» potenziali spettatori per aule magne. Caso vuole però che «Tuttapposto» parli proprio di università, studenti, docenti, esami, diplomi di laurea e futuro. Caso vuole pure che Lipari – vuoi la sua faccia da bravo ragazzo, vuoi il suo tener fuori le parolacce dalle apparizioni tv e possibilmente anche dai suoi show – non ha solo un pubblico d’età ancora verde ma transgenerazionale, piace anche alle mamme, ai papà e perfino ai nonni, toh! Nell’Italia involgarita al massimo di giri, capirete che non è impresa da poco, anzi, potrebbe quasi essere uno svantaggio.
L’operazione debutto sul grande schermo parte comunque con buoni auspici e sotto stelle felici: gli amici e più sgamati colleghi-numi tutelari Ficarra & Picone, non per nulla produce Trump Limited di Attilio De Razza, Medusa che distribuisce la pellicola nelle sale, Radio 105 e Skuola.net che sono gli artefici del tour accademico. Metteteci anche che Luca Zingaretti è il coprotagonista (e che se la pensasse come il suo Montalbano, per come è strutturata la storia, quanto meno si costituirebbe), che il resto del cast è formato da attori tutti piuttosto popolari, da Monica Guerritore a Ninni Bruschetta, da Paolo Sassanelli a Sergio Friscia, insomma gli ingredienti ci sono tutti e tutti di buona qualità.
«Tuttapposto» è un atto d’accusa – in chiave comica ma non troppo – dei mali della nostra università: baronati, esami truccati, lauree a prezzi di ribasso, docenze facili, cattedre più facili ancora, dottorati facilissimi. Nei panni dello studente che, grazie ad una “app”, dopo avere denunciato il malcostume, consentirà ai compagni d’ateneo di dare il proprio voto ai professori, c’è per l’appunto lo studente-Lipari ma la chiave della storia sta nel non piccolo particolare che è anche il figlio del magnifico rettore dell’università degli imbrogli. Da qui imbarazzi, equivoci e colpi di scena.
Dal momento che realtà e fantasia sono sempre come il cane che si morde la coda, poche settimane dopo l’ultimo ciak è scoppiato lo “scandalo” dell’Università di Catania che ha coinvolto il rettore e diversi professori di quelle aule. Coincidenza che potrà sembrare buffa ma che nello speranzoso debuttante Lipari suscita qualche perplessità, per non dire addirittura un timore assoluto: «Non vorrei che il mio film fosse scambiato per un docu-film. Giuro, è tutta farina del mio sacco».