Se volete essere strafighi potete risolvere la questione con un richiamo a Chateaubriand: “Dove finisce il bene comincia il male”. O addirittura a San Paolo e al suo Mysterium iniquitatis. Oppure ricordatevi, più modestamente, di ciò che è successo ieri ai piedi del carro costruito, tra le mura borboniche del’Ucciardone, per Santa Rosalia, patrona di Palermo. E’ successo che uno dei carcerati, tra quelli di buona condotta, selezionati per spingere il carro della Santuzza durante la processione, ha tagliato la corda ed è scappato. “Ovvio che liberi tutti sarà il tema del prossimo Festino”, scrive con beffarda ironia il mio amico Totò Rizzo. Ma non prendetevela col detenuto evaso. Abbiate pietà di lui. Vi ha dato la possibilità – al di là di ogni tratto teologico – di capire quanto sia labile e invisibile il confine tra bene e male, tra redenzione e perdizione.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
L’invisibile confine tra il bene e il male
festinosanta rosalia
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