Li abbiamo canzonati con ironia, mai con cattiveria. Gli abbiamo appiccicato addosso il titolo di un vecchio film: “Il bello, il brutto, il cattivo”. E sul Foglio, dopo avere richiamato i loro impicci con la giustizia, li abbiamo bollati come “i tre mascariati di Sicilia”. Ma la politica – che brucia in fretta intese e alleanze – ha già rovesciato il tavolo. Raffaele Lombardo pare che si sia tirato fuori. Resta in piedi, alla Regione, l’asse tra il presidente, Renato Schifani, e il leader della nuova Dc, Totò Cuffaro. E’ un asse di ferro. I due sono affratellati da un‘affinità elettiva. Il loro patto è suggellato da una solidarietà antica. Fino a quando garantiranno il loro appoggio a questa diarchia i duri di Fratelli d’Italia, quelli di legge e ordine, o i puri di Forza Italia come Caterina Chinnici o le anime belle dell’onestà-tà-tà come Giancarlo Cancelleri?
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
L’invincibile patto fra Totò e Renatino
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