L’inaugurazione del viadotto Ritiro, dopo 12 anni di lavoro e a costi lievitati rispetto agli iniziali programmati, non migliora la situazione delle autostrade siciliane, alle prese con “cantieri infiniti che non termineranno neppure dopo il taglio del nastro, dopo oltre un decennio di restringimenti, chilometri di file, incidenti, telepass che non funzionano”. Ecco perché la Uil Trasporti conferma lo stato di agitazione.
La sigla dei lavoratori ricorda che il personale al Consorzio è “ridotto al lumicino”. “Quella che viviamo è un’ulteriore estate bollente vissuta sulle autostrade siciliane – scrive Nino Di Mento – i delimitatori stradali non vengono rimossi nei giorni festivi e nelle ore serali, questo comporta lunghe file che si formano ormai non solo nei weekend. Poi la scelta di segregare un’intera provincia tirrenica con un mese di chiusura notturna tra Rometta e Messina. E ogni giorno file anche nelle corsie telepass, dove gli automobilisti restano intrappolati perché le sbarre non si alzano. La sicurezza stradale, specie all’interno delle gallerie, con lunghe tratte a doppio senso di marcia su unica corsia è messa in seria discussione”.
Eppure, nella giornata di ieri, l’assessore alle Infrastrutture ha fatto da cerimoniere alla riapertura del viadotto Ritiro sull’autostrada A20 Messina-Palermo: “Il sistema Ritiro, che sarà a regime dal 9 agosto in entrambe le carreggiate, è una tra le opere infrastrutturali più imponenti d’Europa – ha detto Aricò -. Un giorno che attendevamo dal 1997”. Schifani, che questa volta ha marcato visita al taglio del nastro, ha aggiunto che “restituiamo ai cittadini un’opera strategica per la viabilità dell’area metropolitana di Messina e dell’intera Sicilia orientale, chiudendo finalmente un cantiere per troppi anni fonte di disagi e rallentamenti. Siamo particolarmente lieti di aver concluso i lavori in tempo per garantire una normale circolazione veicolare in un periodo di intenso traffico come il mese di agosto”.
Già, ma nessuno fa accenno ai disastri del Cas. Tranne la Uil: “Ci sono voluti ben 12 anni di lavori e 68 milioni di euro, ben 25 in più rispetto agli iniziali 43 dell’aggiudicazione della gara”. Di Mento poi richiama l’attenzione sui problemi del Consorzio autostrade che “persistono in una situazione di precarietà dovuta alla mancanza di personale, ritrovandosi ancora con la pianta organica bloccata e la contrattazione di 2° livello ferma al palo ed un piano di assunzioni bloccate. Un ente che mai potrà decollare senza le necessarie risorse umane”.