Tra Sergio Mattarella e Elly Schlein emerge una dissonanza che sarebbe difficile non notare. Hanno accenti palesemente diversi se non opposti sull’Ucraina, sulla minaccia rappresentata dalla potenza russa, sulle scelte che ne derivano per l’Occidente in genere e per l’Europa in particolare. Non sono crepe da poco perché riguardano questioni vitali, spartiacque del nostro tempo da cui tutto il resto discende. Scelte di campo, o di qua o di là. Quasi non passa giorno senza che il presidente invochi la pace, esattamente come la segretaria del Pd, ma a condizione che si tratti di una pace “giusta e duratura”, basata sul ripristino del diritto internazionale, dunque sul no alla sopraffazione, contro la violenza del più forte a danno del più debole, sul dovere di sostenere l’Ucraina con ogni mezzo e dell’Unione di difendere sé stessa, le proprie libertà, i propri valori democratici dalle future potenziali aggressioni. Continua su Huffington Post
Ugo Magri per l'Huffington Post
in Buttanissimi Extra
L’incolmabile distanza fra Elly Schlein e Mattarella
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella
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