Ottant’anni Calogero Mannino li ha compiuti ieri. L’ex ministro della Dc ha festeggiato assieme ad alcuni amici, fra cui l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro. E di questi tempi non ha mai perso di vista la politica attiva, sebbene abbia smesso di frequentarla. “In tutta la Prima Repubblica una crisi di questo genere non c’è mai stata perché tutta quell’epoca era fondata sulla presenza e sull’azione dei partiti, che avevano precise identità e connotazioni ideologiche – ha spiegato Mannino in una intervista a La Sicilia -. Adesso la politica non è più ideologia. C’è una spaccatura fra i governi e il resto della società. Oggi siamo in presenza della crisi di questo matrimonio che è un matrimonio confuso, non può reggere”. L’alleanza fra Pd e Cinque Stelle gli pare contro natura: “Adesso si potrà fare il tentativo di rabberciare una ipotesi di alleanza, mettere insieme Pd e Cinque Stelle, ma non credo si possa fare un governo di legislatura. Gli interessi, anche di programma, sono in totale divaricazione. Il rischio che corre il Pd è apparire una forza subordinata rispetto al M5S. Il rapporto di forza tra l’uno e l’altro determinerà il punto di equilibrio della nuova maggioranza”. Anche Mannino si iscrive al partito del “voto subito”: “Io – spiega ancora l’ex ministro democristiano – vedo Salvini ridimensionato, per questo sarebbe bene andare a votare. La lezione già gliel’hanno data. Se M5s e Pd ritengono di dover fare una maggioranza, corrono un rischio: che alle prossime elezioni Salvini invece di prendere il 35% otterrà molto di più. Ritengo che la consultazione elettorale possa essere utile perché rappresenterà un momento di responsabilizzazione degli elettori. A mio giudizio è un passaggio obbligato, indispensabile, utile”.