Con l’archeologia è stato amore a prima vista. Licia Romano, all’età di 11 anni, sapeva già cosa avrebbe fatto nella vita. “Poi, quando sono andata all’università, ho scoperto che era ancora più affascinante” ha dichiarato al Corriere della Sera. Originaria di Catania, Licia si è laureata all’università La Sapienza di Roma. Oggi ha 35 anni ed è la direttrice della missione archeologica ad Abdu Tbeirah in Iraq. Non è certo l’eldorado: “Non ho mai avvertito il pericolo – spiega lei – Qui arrivano anche i turisti”. E passa a spiegare il suo incarico: Non è l’oggetto la parte più importante del nostro lavoro. Noi leggiamo il terreno, tramite la sovrapposizione, e poi ricomponiamo il puzzle. Lavoriamo qui da 7 anni e solo ora iniziamo ad avere un quadro più chiaro. Recentemente abbiamo trovato un porto, un’opera di ingegneria piuttosto interessante. Non vedo l’ora che troviamo anche l’abitato: lo abbiamo individuato da immagini satellitari”. Gli scavi richiedono pazienza, sebbene nella vita Licia si qualcosa di molto diverso: “Io vivo sempre a cento all’ora – ha concluso nella sua disamina – ma riesco ad apprezzare questa lentezza. Sapendo che quando scaviamo distruggiamo, andare piano può essere catartico: nessuno potrà ripetere il nostro esperimento”. Si gode la sua giovane età e il lavoro dei sogni. Lontana dalla terra natìa, tanto per cambiare.
Paolo Mandarà
in Ritratti alla buttanesca
Licia, un’archeologa da Catania all’Iraq
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