“Denunciato da una comunista tedesca, traghettatrice di immigrati, che ha speronato una motovedetta della Finanza: per me è una medaglia! Io non mollo, mai”. Non si è fatta attendere la replica di Matteo Salvini alla notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati per diffamazione. L’ex Capo del Viminale “paga” le accuse e i toni utilizzati contro Carola Rackete, che nel giugno scorso era arrivata quasi a speronare una motovedetta della Guardia di Finanza dopo aver violato il blocco dei militari alle porte di Lampedusa. A bordo dell’imbarcazione c’erano 40 migranti – da sedici giorni in mare – e una delegazione di parlamentari italiani, fra cui Davide Faraone e Graziano Delrio del Partito Democratico. La Sea Watch, dopo aver violato anche il divieto d’ingresso in acque territoriali, era rimasta per tre giorni in rada a Lampedusa in attesa di un permesso allo sbarco che non è mai arrivato. Anzi, Salvini ebbe molto da ridire sulla condotta della capitana, definita una “sbruffoncella” tedesca amica delle Merkel e una “comunista viziata”. La Rackete fu prelevata a bordo e arrestata, ma dopo pochi giorni, il gip di Agrigento, Alessandra Vella, non convalidò l’arresto, provocando le ire ulteriori di Salvini.