“La Commissione europea boccia il piano di rifiuti di Musumeci e chiude i rubinetti dei fondi destinati per la costruzione degli impianti di trattamento. A rischio oltre 35 milioni di euro”. Ne danno notizia i deputati del M5S all’Ars Giampiero Trizzino e Ketty Damante, sulla base di una nota partita dall’Europa nei giorni scorsi che rischia di mettere definitivamente in ginocchio il già deficitario sistema di smaltimento dei rifiuti siciliano.
“E’ stata spedita in questi giorni – dicono i due deputati – dal Ministero della Transizione ecologica una nota diretta al dipartimento regionale dell’acqua e dei rifiuti che comunica la batosta arrivata dall’Europa che mette a rischio i fondi destinati alla costruzione di tutti gli impianti dei rifiuti in programma in Sicilia fino al 2027. Sarebbe una tragedia di proporzioni spaventose. E, comunque, è già la certificazione della totale inadeguatezza del governo Musumeci che più volte abbiamo sottolineato”. “Lo avevamo detto già all’indomani della pubblicazione in Gazzetta ufficiale – commenta Trizzino – che il programma di Musumeci sui rifiuti, faceva acqua da tutte le parti. Adesso arriva la conferma dall’autorità internazionale più importante, quella che dà il via libera ai fondi europei, la Commissione europea”.
Il Piano – si legge nella nota della Commissione – non è conforme alla Direttiva quadro sui rifiuti, perché “mancano informazioni sufficienti sul tipo, la quantità e la fonte dei rifiuti prodotti sul territorio e una valutazione dello sviluppo dei flussi di rifiuti in futuro”. Il Piano di Musumeci, inoltre, secondo la Commissione, “è privo di una descrizione chiara e dettagliata delle misure previste per conseguire gli obiettivi”.
“La non conformità del piano dei rifiuti – afferma Damante – non solo mette a rischio la tutela del nostro già martoriato territorio, ma rappresenta un potenziale danno per le tasche dei siciliani. Senza questo documento restano bloccati sia fondi europei della programmazione 2014-2020, per un importo di circa 35 milioni di euro, sia quelli inerenti al periodo 2021-2027”. “Gli impianti di trattamento – aggiunge Trizzino – sono fondamentali nel sistema di smaltimento dei rifiuti, non realizzarli sarebbe condannare la Sicilia all’eterna emergenza. Proprio in questi giorni abbiamo raccolto il grido d’allarme dei sindaci che si trovano costretti ad aumentare in modo spropositato la tassa sui rifiuti per sopportare le spese legate al trasporto fuori regione, proprio a causa della carenza degli impianti in Sicilia”.
Baglieri getta acqua sul fuoco: “Falso”
“Mi stupisce, e non poco, che alcuni deputati regionali del Movimento 5 stelle, sempre attenti alle tematiche del mio assessorato, possano fare dichiarazioni prive di fondamento, per creare apposta allarmismi tra la popolazione. Non è vero che il Piano rifiuti predisposto dalla Regione sia stato bocciato dalla Commissione europea”. Lo afferma l’assessore regionale all’Energia Daniela Baglieri, rispondendo ad alcuni parlamentari grillini. “Da mesi – continua l’esponente del governo Musumeci – dialoghiamo con il ministero della Transizione ecologica, che sta facendo le proprie valutazioni in merito. Abbiamo già fatto il primo incontro alcuni mesi fa e a breve ci rivedremo nuovamente. Siamo in una fase assolutamente interlocutoria per elaborare una revisione o integrazione del Piano, così come le altre Regioni italiane. Capisco che la campagna elettorale può creare storture in merito alle vicende politiche, ma così facendo si rischia solamente di confondere i cittadini, che vogliono liberarsi dalla schiavitù delle discariche”.
A stretto giro di posta, però, arriva la controreplica di Trizzino: “Per la precisione questa è la terza bocciatura del piano che arriva dopo quella del ministro Costa nel 2018 e del Cga nel 2021, a conferma che Musumeci e la gestione dei rifiuti sono due rette parallele. Ricordiamo che le nostre ripetute osservazioni su questo disastroso piano risalgono al 2018, in tempi ben lontani dalla campagna elettorale. Se ci avessero ascoltato, probabilmente avremmo un piano rifiuti operativo e tanti problemi in meno. E, soprattutto, i cittadini non rischierebbero di pagare una Tari altissima, sicuramente sproporzionate rispetto ad un servizio di raccolta non all’altezza di un Paese civile”.