Letojanni, maledizione senza fine

Stavolta nessun comunicato roboante. E niente foto di gruppo con l’assessore Aricò nelle vesti di cerimoniere. Il perché è presto detto: il tratto di strada riaperto un mese e mezzo fa all’altezza di Letojanni, lungo l’A18 Catania-Messina (già chiuso per nove anni a causa di una frana), è di nuovo limitato al traffico. Si è allagato con le prime piogge, e pertanto il Cas ha ritenuto necessario chiuderlo per effettuare alcuni lavori.

Dalle 6 di questa mattina, fino alle 20 del 27 settembre, è stata disposta la parzializzazione della carreggiata, con chiusura alternata delle corsie di emergenza, marcia o sorpasso, a seconda delle esigenze, nel tratto compreso tra i chilometri 32 e 34, in entrambe le direzioni di marcia, sia di giorno che di notte. Saranno istituiti il limite massimo di velocità di 60 chilometri orari e il divieto di sorpasso. Una nota diffusa dal Consorzio Autostrade sembra collegare il provvedimento all’allagamento verificatosi il 19 agosto scorso. Afferma infatti che «in ordine alle criticità che sono emerse per via delle recenti condizioni meteo avverse che hanno interessato la tratta autostradale A18 Messina Catania su cui ricade la galleria “Letojanni” si precisa che l’Ufficio commissariale governativo contro il dissesto idrogeologico, previa acquisizione di relazione del direttore dei lavori dallo stesso incaricato, ha chiesto a questo ente gestore della tratta medesima l’emissione di apposita ordinanza di parzializzazione della carreggiata per la realizzazione dei lavori di messa in pristino e rimozione delle difformità esecutive nella realizzazione dei lavori dallo stesso ufficio posti in essere. Questo Consorzio per le Autostrade Siciliane ha, nella qualità di ente gestore della tratta nell’immediato e prontamente, posto in essere quanto di competenza per la fruizione della tratta in regime di sicurezza per l’utenza tutta».

Lo stesso Cas, però, aveva attribuito l’accaduto ai detriti trasportati dalla pioggia, che avrebbero ostruito le grate di scolo, e aveva affermato che la rimozione degli ostacoli effettuata dagli operai aveva ripristinato il sistema di drenaggio. I lavori, completati lo scorso luglio, erano stati realizzati dalla Struttura contro il dissesto idrogeologico, di cui il commissario è lo stesso presidente della Regione, per un importo di 16,3 milioni di euro del Fsc 2014/2020. La zona interessata è stata messa in sicurezza attraverso la realizzazione di una galleria artificiale, che ha anche la funzione di stabilizzare il piede del pendio. Il ritorno della pioggia però ha imposto al Cas una marcia indietro forzata, i poveri automobilisti s’interrogano: ma ci sono o ci fanno?

Paolo Cesareo :

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie