Estate di Luna piena, nel senso di Filippo, l’attore siciliano: in attesa di tornare per Rai1 sul set televisivo di «Makari», tratto dai romanzi di Gaetano Savatteri, di affrontare Leonardo Sciascia, prima sulla scena in un dialogo tra lo scrittore di Racalmuto e una giornalista (un’intervista “immaginata”, è ancora Savatteri a metterci lo zampino) e poi probabilmente anche nel film di Roberto Andò su Letizia Battaglia, l’interprete e regista jatino si è fatto uno e trino per i mesi caldi. Dall’Astolfo dell’«Orlando furioso» al barbiere Nardino de «Le mille bolle blu», al nuovo «Agamennone» (al debutto all’alba a cavallo del Ferragosto) al teatro greco di Segesta.
Un excursus attraverso tre personaggi diversi tra loro, tre monologhi con scritture drammaturgiche differenti, tre modi di interpretare l’utopia folle, il dolore del lutto, il disinganno dell’eroe. «Astolfo», liberamente tratto da Ludovico Ariosto, e «Le mille bolle» blu, del giornalista e scrittore palermitano Totò Rizzo, sono ormai due classici del suo repertorio, («sempre richiesti, stagione dopo stagione – afferma Luna –: “Le bolle” girano per i teatri da tredici anni e anche “Astolfo” si sta conquistando pian piano i suoi due lustri in scena»).
Nuovo di zecca, ecco invece l’«Agamennone» del poeta greco Ghiannis Ritsos, scomparso trent’anni fa, voce tonante della resistenza alle dittature, da partigiano antinazista a oppositore del regime dei colonnelli. L’eroe mitologico che ha assediato Troia è ormai un uomo in disarmo, un mocassino borghese con lacci ad un piede e un anfibio nell’altro, un pastrano militare novecentesco e pantaloni tenuti su da bretelle su una camicia bianca (costumi e ambientazione scenografica azzeccatissimi di Dora Argento e le musiche dal vivo di Virginia Maiorana sul sottofondo sonoro creato da Vittorio Di Matteo) sottolineano il suo glorioso passato guerriero e il suo mesto declino “borghese”. È nata proprio a per il teatro di Segesta l’idea di «Agamennone», prodotto dagli Amici della Musica di Cefalù. «Quando Nicasio Anzelmo, direttore artistico delle “Dionisiache”, mi ha proposto la scorsa primavera di fare uno spettacolo per l’alba, ho subito pensato ai versi di Ritsos che descrivono il tramonto di questo personaggio e a contrapporlo al sole di un nuovo giorno che nasce risvegliando intorno alle antiche pietre del teatro la natura che le circonda». Missione compiuta, successo pieno firmato dagli applausi del recente debutto. Adesso si replica il 31 agosto alle 21 nell’area archeologica di Naxos nell’ambito della rassegna “Interpretare l’antico”.
«Astolfo sulla luna» torna invece sabato 21 agosto a Palermo, a Villa Filippina, nella stagione estiva del Teatro Ditirammu mentre «Le bolle» hanno chiuso tra San Cataldo, Patti e Palermo il loro ciclo di repliche estive.
Da settembre, dunque, spazio a piccolo e grande schermo cominciando con il set tv della nuova serie di «Makari» per vestire nuovamente i panni del vicequestore Randone. «Ed è divertente – conclude Luna – passare da personaggi così gonfi di tragedia e di follia sulla scena a un borghese buono e innocuo come Randone sul set, che sembra passato quasi per caso sul luogo del delitto sempre vessato com’è, per telefono, dalla moglie».