A questo punto, forse, sarebbe meglio utilizzare i droni di Cateno De Luca, sindaco di Messina: ai robot non si potrebbe imputare la tentazione di soprassedere, né la mancanza di sensibilità, come avverrebbe invece nei confronti del primo “assistente civico” che dovesse segnalare un assembramento al Foro Italico di Palermo o alla Playa di Catania. Rischierebbe di diventare egli stesso oggetto di delazione e di linciaggio, esattamente le “mansioni” per cui il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, avevano deciso di bandire un concorso per 60 mila posti da “guardiani”. Spiegando subito un concetto: che lavoreranno a gratis, per “aiutare e controllare”, e avranno garantita soltanto una copertura assicurativa da parte dell’Inail.
Anche nel governo, però, non l’hanno presa bene: “Le funzioni di controllo rischiano di generare equivoci, una sovrapposizione anche solo psicologica che può confondere i cittadini”, ha detto il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Mentre quello dell’Interno, Luciana Lamorgese, non ha apprezzato affatto i termini della proposta: “Chi vaglia la loro fedina penale? Chi li forma? Chi vigila su eventuali abusi?”, ha detto nel corso di una telefonata al premier Conte.
E’ l’ennesima soluzione cervellotica, molto grillina, ma da cui persino i grillini prendono le distanze, per regolamentare la Fase due, ed impedire gli assembramenti. Nel primo weekend “libero” ce ne sono stati parecchi: da Marina di Ragusa, dove la Guardia di Finanza ha fatto irruzione al Porto turistico, sede di numerosi locali della movida, mettendo in fuga i tanti avventori (molti con la mascherina); fino a Barletta, in Puglia, dove la senatrice Licia Ronzulli ha ritratto la scena sui social e definito “imbecilli senza rispetto” gli astanti. E che dire dei Navigli di Milano, cuore dell’epidemia, che sono tornati a riempirsi di gente e di spritz? La pratica della delazione, dello sceriffismo all’ennesima potenza, sembrava essere tramontata a marzo, prima che il governo e le regioni vietassero espressamente l’attività motoria e i podisti improvvisati (fu celebre l’esternazione del sindaco di Delia, in provincia di Caltanissetta).
Ma col bando predisposto dalla Protezione civile, il cerchio si richiude ed è di nuovo tempo di mettere in campo le risorse migliori per contrastare il dilagare del Covid (in Sicilia sei soli casi di contagio negli ultimi tre giorni). Come? Facendo collaborare la società civile. Una sorta di ronda mascherata, anche se Boccia e Decaro, che lavorano da un mese a questa rivoluzione, hanno cercato in tutti i modi di evitare i malintesi. Il risultato, francamente, è modesto: “Sono volontari a tutti gli effetti – ha detto il ministro – E non avranno alcuna funzione di polizia giudiziaria. Il loro compito sarà di ricordare le regole. E se le persone continueranno a non rispettarle gli assistenti civici potranno chiamare gli agenti di polizia municipale”. Faranno la spia. Anche se le mansioni – è la linea emersa ieri sera da palazzo Chigi – sono quelle del volontariato (tra cui la distribuzione di farmaci agli anziani e di mascherine nei luoghi di vacanza).
Requisiti richiesti per la selezione: non avere rapporti di lavoro, ricevere sussidi dallo Stato (compreso il reddito di cittadinanza), o, perché no, trovarsi in cassa integrazione (vanno bene anche i pensionati). E, aggiungiamo noi, un immenso sentimento patriottico. Che consenta di scucire le natiche dal divano e scendere in strada, a beccarsi i peggiori insulti. Gli assistenti civici cercheranno di far rispettare agli italiani le misure del distanziamento sociale. Equipaggiamento minimo richiesto: il metro. Allo scopo di capire se un assembramento è tale solo per i flash dei cellulari, e la prospettiva schiacciata che fa gridare allo scandalo, o anche per la realtà.
I controllori saranno i polmoni dei sindaci più agguerriti (Sala a Milano ha vietato la vendita degli alcolici dopo le 19) che da un lato hanno l’esigenza di estendere il controllo del territorio, dall’altro non hanno abbastanza uomini in divisa per garantirlo. E così preferiscono assegnarne una a chi non si è mai speso per garantire l’ordine e la sicurezza. L’alternativa – ma il rischio è l’insurrezione degli operatori commerciali – è richiudere bar, ristoranti, locali, ville, parchi. Cancellare la movida con un colpo di spugna e tornare all’epoca del proibizionismo, del coprifuoco.
Se è già impossibile schiodare dalla poltrona i beneficiari del reddito di cittadinanza, che possono declinare fino a tre volte l’invito dei Centri per l’impiego, per quale oscuro motivo la gente dovrebbe misurarsi a gratis, e in maniera volontaria, e garantire il rispetto del distanziamento sociale sui marciapiedi e nelle spiagge? Basterà l’idea di una pettorina nuova, con lo stemma della Protezione civile o del proprio comune, per darli in pasto ai leoni? Magari sotto il sole cocente? Di fronte a una curva epidemica tra le più basse, lo Stato sente comunque l’esigenza di scendere in pista, di esercitare il controllo e di mostrare i muscoli. E poiché non bastano le multe e i verbali, mette in piedi un altro tentativo disperato, al fianco della app “Immuni” che non ha mai visto la luce: la creazione di un para-esercito senz’armi. Hanno detto “no” tutti quanti: da Renzi a frange del Pd, con Matteo Orsini in testa. Dal Movimento Cinque Stelle, che dice di non saperne nulla e minaccia una crisi di governo, alla Meloni, che ci vede dietro una “deriva autoritaria” da parte dello Stato. A tanto siamo arrivati.
Una spiegazione ha provato ad abbozzarla il sindaco di Bari, Antonio Decaro: “Sono stati i volontari, con noi amministratori, a prendersi cura di chi aveva più bisogno nella fase del lockdown. E’ ai volontari che vogliamo affidare le nostre comunità in questa nuova e complessa fase: quella in cui proviamo a convivere con il virus e impariamo a difenderci, anche tornando a una vita meno compressa dai divieti. Da questa emergenza possiamo uscire solo stando uniti e collaborando ognuno per la sua parte, con senso di responsabilità”. Ma persino il collega palermitano, Leoluca Orlando, non se la beve: “Una iniziativa che non può andar bene per tutti i Comuni, soprattutto quelli che hanno migliaia di beneficiari del reddito di cittadinanza da poter impiegare in attività del tutto simili. Sarebbe opportuno che il governo nazionale dia la priorità allo sblocco dell’iter dei Puc, i piani di utilità collettiva, per l’impiego delle persone con Reddito di cittadinanza. A Palermo – prosegue il “professore”, che è anche presidente dell’Anci Sicilia – potremmo impiegare subito oltre 12 mila persone, un esercito ben più numeroso dei 500-600 ipotetici volontari civici. Che in Sicilia in particolare rischia di alimentare nuove aspettative e nuovo precariato”
La figura del “mezzo sbirro”, infatti, sarà il nuovo combustibile per le sacche di precariato che, soprattutto in Sicilia, sono già allo stremo. Fra Asu, ex Pip, Resais, lavoratori dei Consorzi di bonifica, ex sportellisti della formazione, l’imbuto si è ristretto a tal punto da buttare migliaia di famiglie sul lastrico della disperazione e della rassegnazione. L’esperienza totalizzante degli “assistenti civici”, infatti, richiederebbe una gratificazione che né il Paese né la Regione in questa fase possono permettersi. Se è già un problema piazzare i 429 navigator siciliani alla scadenza del contratto (previsto per l’aprile 2021) – da mesi l’assessorato al Lavoro e alla Famiglia sta immaginando nuovi bandi – immaginate cosa potrebbe avvenire per i “vigilantes”. Centinaia di persone con innato senso della patria e dichiarata propensione al rischio: basterebbe un “grazie” per ripagarli della caccia agli untori, con la promessa che tutto “farà punteggio”? O nelle pieghe del bando si nasconde uno spiraglio per un’ipotetica contropartita, cioè la stabilizzazione?
Nel brodo grillino, ormai da tempo, cuoce pure il Partito Democratico, che si è prestato a un’aberrante ricostruzione della società falcidiata dalla presenza del virus invisibile. E si è piegato, anche in altri campi (la giustizia), alle folgorazioni dei 5 Stelle. Che, però, ci tengono all’esclusiva, e infatti prendono le distanze. Il Pd ha dimenticato il mondo dell’occupazione e dei diritti, affidandosi a quello rabberciato dell’assistenzialismo, della transitorietà, di un’emergenza perenne e senza prospettiva. Alimentata da sindaci e governatori sceriffi (il campano De Luca), che hanno poco di servitori e tanto di populista. Di quelli che il giorno dopo la fine del lockdown – Orlando, formalmente un “civico”, è stato tra i primi col video dalla cattedrale – minacciavano di chiudere senza tener conto di dati veri, ma solo di impressioni farlocche. Che tendono i muscoli per giustificare il nulla.
Boccia ha parlato di reclutamento per andare incontro alla “nuova normalità” delle piazze che si ripopolano. Più che una mossa astuta, sembra un Grande Fratello autorizzato. Un modo per dire che la politica non si fida degli italiani. Dovrebbe essere il contrario.