Ha tirato l’aeroporto di Palermo dalla palude burocratica, ha completato i lavori di ristrutturazione e ha consegnato alla città un hub di livello internazionale: moderno, efficiente, strutturalmente al servizio di un traffico aereo sempre più incardinato con la società globale. Vito Riggio ha compiuto, da amministratore delegato, una missione straordinaria. E ci è riuscito grazie alla sua specifica esperienza e alla sua radicata cultura di civil servant. Ora l’aeroporto è in grado di camminare con le proprie gambe. Può scegliere di lasciarsi ammorbare ancora una volta dalle logiche del sottogoverno o di spiccare il salto verso la privatizzazione e verso più ambiziosi traguardi. Riggio, presentando ieri le dimissioni, l’ha detto chiaramente: per l’ordinaria amministrazione non c’è bisogno di lui. I suoi orizzonti sono altri. Il retrobottega non gli appartiene.