Il più lucido è sempre lui, Roberto Alaimo, lo scrittore che ha sperimentato sulla propria pelle che cosa è stato, per oltre trent’anni, l’orlandismo. Lui, che è un intellettuale onesto, non si è unito al coro delle riverenze e delle nostalgie per Leoluca. Tutt’altro. Ha scritto su Facebook che il sindaco di Palermo prima ha acceso la luce e poi l’ha spenta. “Al buio eravamo e al buio siamo tornati. Adesso peggio: pure con il rimpianto”. Non poteva esserci epigrafe più sferzante. Leoluca Orlando ha conquistato il potere sulla fanfara dell’antimafia. Ha incipriato il suo cinismo con slogan di grande effetto. Si è inventata la “primavera di Palermo”. Ha teorizzato il sospetto come anticamera della verità. Ha sputacchiato su Giovanni Falcone. Ha acceso tante speranze e, una dopo l’altra, le ha uccise. E’ stato un grande sindaco? Per pochi, forse.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Leoluca, un sindaco forse da dimenticare
leoluca orlandopalermo
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