Il primo maggio chiuderà i battenti la discarica di Lentini e 150 Comuni siciliani saranno costretti a smaltire i rifiuti spedendoli oltre lo Stretto. L’impianto, gestito dagli amministratori giudiziari della Sicula Trasporti (la società dei Leonardi, arrestati la scorsa primavera) ha raggiunto la capacità massima di abbancamento. E ha già stretto i cordoni della borsa: potranno continuare a conferire soltanto i comuni che effettuano il trattamento in discarica col Tmb. Gli altri sono fuori dal 31 marzo. La Regione prova a porre rimedio a una situazione che potrebbe, di nuovo, far esplodere l’emergenza.
“Musumeci – dicono il capogruppo del M5S Giovanni Di Caro e i componenti della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito – sbandierava di recente ai quattro venti il successo del ‘suo’ piano dei rifiuti ed oggi si vede già costretto a rivederlo, ipotizzando addirittura – come ha detto in una riunione di lavoro con le Srr, le società di regolamentazione dei rifiuti – la possibilità di prevedere la realizzazione di termovalorizzatori, allo stesso modo di come avevano fatto a loro tempo i suoi predecessori, da Cuffaro a Crocetta. Il piano dei rifiuti è stato approvato un mese fa e dovrebbe durare, secondo la legge, cinque anni. Invece, a testimonianza di ciò che denunciamo da mesi, si ipotizza già oggi una sostanziale modifica”.
In commissione Ambiente, in questi giorni, si ragiona sulle possibili exit strategy. Una porta al conferimento della monnezza fuori Regione, con il conseguente aumento dei costi a carico degli enti locali e, quindi, dei siciliani. “Se davvero il presidente vuole percorrere la strada di spedire i rifiuti fuori dalla Regione, dichiari il suo fallimento e chieda a Roma di essere commissariato. Il sistema – continuano i deputati dei Cinque Stelle – è imploso. Il presidente oggi deve scontrarsi con la realtà, ossia che la più grande discarica privata siciliana, quella di Lentini nel Siracusano è al collasso. Stesso discorso per l’altra discarica, quella palermitana di Bellolampo, ferma da più di un anno, inutilizzabile ancora per chissà quanto tempo. Il piano dei rifiuti, l’inutile libro dei sogni scritto da Musumeci, si è presto rivelato aria fritta. Piuttosto che limitarsi ad una ricognizione dell’impiantistica esistente e in divenire, nel Piano avremmo voluto vedere una pianificazione della stessa, al fine di porre le basi per il raggiungimento degli obiettivi che la Regione dice di prefiggersi, quale ad esempio quello dell’autosufficienza di ogni ambito territoriale”.
“Ancora più grave – aggiungono i deputati – è la proposta avanzata da Musumeci di utilizzare i Fondi europei per spedire i rifiuti fuori dalla Sicilia. Questa soluzione, oltre ad essere improponibile, perché palesemente illegittima, secondo la normativa europea, sarebbe un vero e proprio paradosso: quel denaro serve per programmare il futuro dei siciliani ed invece questo governo vorrebbe utilizzarlo per mettere una pezza ai tantissimi errori che ha commesso nel settore rifiuti”.