Il centrodestra, di questi tempi, fatica a godersi persino le vittorie più sudate. Come, ad esempio, il raggiungimento di un’intesa a Palermo, dove l’intera coalizione ha deciso di convergere sulla candidatura a sindaco di Roberto Lagalla. Un’operazione facilitata da alcuni passi indietro, a cui anche la Lega di Matteo Salvini ha contribuito ritirando il nome di Ciccio Scoma. Ma all’interno del partito, che alle prossime Amministrative si presenterà sotto le insegne di ‘Prima l’Italia’, non tutto fila per il verso giusto. L’addio del senatore palermitano Francesco Mollame (per incomprensioni con il gruppo parlamentare a Roma), le divisioni di Messina, ma soprattutto il clima ostico, e in parte ostile, che si respira nel Catanese, ha indispettito quello che, per sua natura, è l’uomo della pace: cioè il segretario Nino Minardo.
“Tutti siamo delle risorse e possiamo renderci utili alla causa – esordisce –. Ma io tifo da sempre per chi si adopera per costruire, per aggregare, per vincere. Sono i principi che animano ogni giorno il mio lavoro, da quando Matteo Salvini ha scelto di affidarmi questo compito”. Minardo è un maestro nel dosare le parole del politicamente corretto, oltre che i toni. Ma dietro gli omissis del suo ragionamento, si nasconde un grosso convitato di pietra. “C’è chi opera – storicamente – per distruggere, sfasciare e andare contro. Non permetteremo a nessuno di utilizzare il nostro partito come un autobus”.
Frase già sentita. Ogni riferimento a Luca Sammartino è puramente casuale.
“Questo lo dice lei”.
Non si può dire che il suo arrivo – dopo gli esordi in Articolo 4 con Lino Leanza, e il transito dal Pd a Italia Viva – sia avvenuto in punta di piedi. E pare, da alcune ricostruzioni giornalistiche, che non abbiate un gran feeling.
“Ricostruzioni, appunto”.
Allora ci faccia capire meglio.
“Sorrido quando leggo sui giornali alcune interpretazioni filtrate dai cronisti. Certe questioni andrebbero affrontate di persona. Ma non tutti hanno il coraggio di farlo”.
E’ vero che la sua leadership non è più così salda?
“Vede, io non ho la sindrome del capo. E le svelo un segreto: non ho problemi personali, né odio o livore nei confronti di nessuno… Vivo questa esperienza con assoluta serenità e spirito di servizio, ringraziando Matteo Salvini per la fiducia e la pazienza. Lavoro per costruire e fare crescere il nostro movimento, difendendo l’impegno e il grande lavoro del gruppo dirigente che negli ultimi quattro anni ha lavorato per radicare il partito in Sicilia. Ringrazio Angelo Attaguile, il mio amico Alessandro Pagano e Stefano Candiani per avermi coinvolto insieme a tanti altri amici in questo progetto”.
Salvini sa che la Lega siciliana è sempre un po’ sfibrata da questi duelli?
“Glielo ripeto: Nino Minardo non ha problemi personali con nessuno, nemmeno con chi lo combatte dall’interno. Di politica, invece, possiamo discutere quanto vogliamo. Lo considero un momento di arricchimento personale”.
Cosa pensa Salvini del partito siciliano?
“Matteo ha le idee chiarissime. Un leader nazionale come lui, che ha il grande pregio di essere molto vicino ai territori e di ascoltare, sa benissimo che c’è un partito forte e in crescita. E soprattutto è informato di ogni singolo passaggio. Ma lei pensa che prima di assumere la decisione su Palermo, non lo abbia messo al corrente? Sulle scelte importanti ci siamo sempre confrontati”.
A Messina risulta sia stato tirato un po’ per la giacchetta dai sostenitori di De Luca. Infatti siete spaccati: se il simbolo compare a sostegno di Federico Basile, una parte del gruppo dirigente s’è tirato fuori…
“Io sono impegnato costantemente per l’unità. Anche se è inutile nascondere che su questa scelta c’è stato qualche problema. Ho criticato pubblicamente la decisione di uscire sui giornali ancor prima di coinvolgere il gruppo dirigente. Ma è solo un fatto locale che riguarda Messina. Non ne farei un dramma”.
A Palermo, invece, vi siete sacrificati.
“Io ho lavorato tutto il tempo per arrivare a una soluzione unitaria. A nome del mio partito ho dimostrato senso di responsabilità fin dall’inizio. Quando ci siamo resi conto che per sbloccare l’impasse e arrivare a una soluzione, andavano separate le discussioni fra Amministrative e Regionali, lo abbiamo fatto. Siamo felici del traguardo raggiunto, ora abbiamo tutte le carte in regola per vincere”.
Resta in sospeso la questione Musumeci. Anche Salvini ha ammesso che tre quarti della coalizione è contro la sua ricandidatura.
“Terminate le Amministrative, e senza alcun tipo di condizionamento romano (come sostiene anche Salvini), la coalizione siederà attorno a un tavolo e troverà la giusta soluzione per le Regionali. Anche in quel caso lavorerò per l’unità, senza pregiudizi o preclusioni nei confronti di nessuno”.
Esclude che sul bis di Musumeci deciderà un vertice romano fra Salvini, Berlusconi e la Meloni?
“Credo che non si possa prescindere dalla volontà del territorio. Le liste sono formate da classe dirigente locale. I partiti lavorano sul territorio. Credo che un generale senza esercito serva a poco”.
Quella del centrodestra è una compattezza di fatto o di comodo?
“In politica i risentimenti e i personalismi vanno messi da parte nell’interesse del territorio e della coalizione. Questo è quello che è avvenuto a Palermo, dove si è riusciti a trovare la sintesi attorno a un candidato autorevole, capace, di grande esperienza e soprattutto moderato, che riesce a mettere tutti d’accordo”.
Prima l’Italia metterà in campo alcuni big del partito: da Marianna Caronia a Sabrina Figuccia, passando per Alessandro Anello.
“Lunedì sarò insieme a loro per definire la composizione della lista. Sono contento del coinvolgimento di tutti. La legittima competizione interna è stata messa da parte nell’interesse del partito”.
A proposito di competizione: quella che avvertite di più è con Fratelli d’Italia…
“Assolutamente no. Ci sono ottimi rapporti personali con tutti i colleghi di FdI. Credo che la competizione interna con gli altri partiti della coalizione, non solo Fratelli d’Italia, sia giusta oltre che legittima. E’ un fatto fisiologico e anche positivo”
Chi vuole sfasciare la Lega dall’interno?
“Chiunque sia, sappia che non glielo lasceremo fare”.