In altri tempi sarebbe normale dialettica fra alleati. Ma nei rapporti fra Lega e Diventerà Bellissima c’è qualcosa che va oltre. Un matrimonio miseramente fallito alle spalle (la federazione) e la corsa per le prossime Regionali (dove l’ultima parola spetta al Carroccio), richiedono un livello di analisi più approfondito. E anche quanto avvenuto in questi giorni, il ‘botta a risposta’ a distanza tra Nino Minardo e Alessandro Aricò, è un segnale di instabilità politica all’interno del centrodestra. Dove la Lega, primo partito in Sicilia alle ultime Europee, si sta espandendo a macchia d’olio; e dove Musumeci, complice un’azione di governo non particolarmente brillante, rischia di rimanere schiacciato. I rapporti si sarebbero un po’ raffreddati dopo l’uscita di scena (per l’inchiesta sulla sanità e le sue dimissioni da assessore) di Ruggero Razza, vero mediatore fra le parti.
Da quel momento è più complicato arginare la smania di Musumeci, che prepara l’assalto a palazzo d’Orleans. Il governatore vuole riprovarci, non è un mistero. Ma i modi e la tempistica (troppo presto, secondo Minardo) rendono il quadro più incerto. Anche l’azione del governo sulle ‘riaperture’ convince poco la Lega che ieri, dopo la proroga della ‘zona arancione’ per un’altra settimana, ha avuto da ridire (anche) sull’atteggiamento del presidente. Reo, probabilmente, di non aver fatto abbastanza per scongiurarlo: “Purtroppo ogni appello al Ministro della Salute è risultato vano, ogni leale sprono al presidente della Regione altrettanto e siamo rimasti in zona arancione – ha dichiarato Minardo -. Ci si è attaccati alle virgole e alle frazioni e piuttosto che al servizio dei cittadini la politica è restata al servizio degli algoritmi e dei centesimi. Così non va. Al Ministro Speranza – ha aggiunto il segretario del Carroccio – ricordo che il governo è sostenuto da un’ampia maggioranza di cui la Lega è parte importantissima; al presidente Musumeci dico che dobbiamo con determinazione lavorare affinché presto in Sicilia ci siano zona gialla e riaperture”.
Un messaggio per niente cifrato, che ha subito fatto scattare l’allarme. Tanto da richiedere, dopo le 22, una secca replica da parte del capogruppo di Diventerà Bellissima all’Assemblea regionale, Alessandro Aricò: “Siamo tutti d’accordo con Minardo quando chiede che la Sicilia debba tornare zona gialla. Non siamo d’accordo quando attribuisce anche al presidente Musumeci la responsabilità della conferma della zona arancione. È noto a tutti, infatti, che è del governo nazionale la competenza sui colori, non di quello regionale. Sebbene la Sicilia abbia oggi i numeri da zona gialla non può diventarlo perché l’indice Rt – già sotto soglia da oltre una settimana – dovrà mantenersi tale per almeno 14 giorni consecutivi: lo prevede il “Dpcm Draghi”, vale a dire una norma nazionale. Quindi, se non ci saranno nuovi focolai, la nostra regione tornerà gialla tra una settimana. Il presidente Musumeci non ha certo bisogno di essere spronato, perché lavora e opera ogni giorno con l’abnegazione e la dedizione che gli derivano dall’amore che nutre nei confronti della Sicilia”. Diventerà Bellissima non ammette interferenze.