Dopo le pessime notizie dell’aula bunker e la richiesta di rinvio a giudizio da parte del procuratore Lo Voi per il caso Open Arms, Matteo Salvini s’è consolato con una cassata siciliana e con la visita alla nuova sede palermitana della Lega, dove il neo segretario del Carroccio, Nino Minardo, gli ha comunicato la folta campagna acquisti degli ultimi mesi: “Il numero e la qualità delle nuove adesioni alla Lega Sicilia – è la tesi del deputato modicano – meritano una rivendicazione, non certo per autoincensarsi quanto per avere ben chiara la situazione in occasione della visita di Matteo a Palermo. In poche settimane, in ogni porzione di territorio, siamo stati in grado di attrarre consenso al nostro progetto. La creazione di un intergruppo parlamentare all’Ars assieme al Movimento per la Nuova Autonomia è solo l’ultimo, qualificato e benvenuto tassello, in ordine di tempo, di un mosaico che man mano ha preso forma e sostanza”.
Nel corso dell’incontro, si è discusso anche dei temi pregnanti per il futuro prossimo dell’Isola, che sono contenuti all’interno del Dossier Sicilia che lo stesso Minardo aveva consegnato al “capitano” alla vigilia delle consultazioni con Draghi, e che negli ultimi giorni ha preso ulteriormente corpo: “Le grandi priorità – ha spiegato il segretario regionale – sono: il completamento dell’anello autostradale siciliano (dal sud est fino a Trapani), un ammodernamento autentico e definitivo della rete ferroviaria con treni ad alta velocità e un intreccio virtuoso tra green economy e gestione dei rifiuti in Sicilia basata sulle nuovissime tecnologie”. Il deputato di Modica ha avuto modo di ringraziare Salvini e il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, per l’attenzione riservata all’organizzazione nell’Isola gli Stati Generali del Turismo, il 7 e 8 maggio prossimi: “Sarà un’occasione più unica che rara per rilanciare la nostra isola e uscire dal dramma economico, sociale e psicologico causato dalla pandemia”.
Salvini, infine, ha dato il benvenuto a due new entry agrigentine: Giancarlo Granata e Carmelo Pace. Ultime tessere di un mosaico sempre più composito, che rende meno amari i soggiorni dell’ex Ministro nei tribunali siciliani. Ieri, come detto, la Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio del leader del Carroccio per i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Secondo l’accusa, Salvini, ad agosto del 2019, avrebbe illegittimamente negato lo sbarco a 147 migranti soccorsi a largo di Lampedusa dalla nave della ong Open Arms. “Preoccupato? Proprio no – è stata la replica dell’ex inquilino del Viminale – Sono orgoglioso di aver lavorato per proteggere il mio Paese, rispettando la legge, svegliando l’Europa e salvando vite. Se questo deve provocarmi problemi e sofferenze, me ne faccio carico con gioia. Male non fare, paura non avere”.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata dal capo della Procura di Palermo, Francesco Lo Voi. L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel corso della deposizione resa a Catania nell’udienza preliminare del caso Gregoretti, “si è espresso in maniera chiarissima sul fatto che la responsabilità dell’atto amministrativo di concessione del pos (place of safety, ndr) risalisse alla competenza esclusiva del ministro dell’Interno, così come ha fatto il ministro dell’Interno Lamorgese e gli altri testimoni e il ministro Di Maio, aggiungendo che l’azione amministrativa era in capo al ministro dell’Interno”, ha detto Lo Voi nel corso della discussione nell’udienza preliminare. Il procuratore ha aggiunto che la concessione del pos “compete esclusivamente al ministro dell’Interno”. “La mancata concessione del pos veniva appresa, così dicono i ministri, come Luigi Di Maio solo successivamente all’adozione della decisione stessa”.