Una catanese che a New York ci invidiano è Carmen Consoli. La cantautrice, nella terza tappa del suo World Tour, ha fatto tappa in una ex sinagoga del Lower East Side, a Manhattan. Ha portato in scena il suo “Eco di Sirene”, che la vede impegnata con venti brani in scaletta assieme al violino di Emilia Belfiore e al violoncello di Claudia Della Gatta. Tre donne in missione, con la musica, per stimolare qualche riflessione: “Le sirene – ha detto la Consoli – non sono solo le bellissime creature che ammaliano e tentano Ulisse: sono anche l’allarme per un pericolo imminente. Quando ho scritto quella canzone, nel ’98, pensavo al conflitto in Afghanistan: adesso è ovunque, dalla Siria all’Ucraina”. Le preoccupazioni, però, si allargano a macchia d’olio: “E’ allarme per la demonizzazione dell’immigrato percepito come male, per l’uomo che distrugge il pianeta danneggiando i bioritmi”. “Eco di Sirene” è anche il titolo del terzo album dal vivo della Consoli, che comprende i grandi successi registrati durante il tour 2017 più due inediti (“Uomini topo” e “Tano”). Dopo aver calcato il palcoscenico della Angel Orensanz Foundation di New York – una città in cui la Consoli si era esibita più di una volta – Carmen proseguirà il suo viaggio da Santiago del Cile fino alla California. Era partita dal Teatro America de L’Avana, dove duemila persone in visibilio l’hanno applaudita. Anche a Cuba, come a New York, ce l’invidiano.
Paolo Mandarà
in Ritratti alla buttanesca
Carmen, l’eco di sirene ammalia New York
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