Le radici dell’antimafia erano lì, nelle stanze di un giornale piccolo e coraggioso; nella rivoluzione silenziosa di un direttore, colto e intelligente, che non si lasciò intimidire dai bulli del suo tempo; nell’azione quotidiana di quattro cronisti, cocciuti e testardi, che non accettavano le verità sussurrate dai palazzi del potere e cercavano ogni giorno, a rischio della vita, ciò che si nascondeva dietro la facciata dell’ufficialità, del perbenismo, del quieto vivere. Quel giornale era L’Ora di Palermo. Ieri sera, su Canale 5, è andata in onda la prima puntata di una fiction che ripercorre, con un ritmo ellittico e lampeggiante, gli anni in cui la città sembrava definitivamente perduta, in cui i boss e i picciotti di Cosa Nostra spadroneggiavano e ammazzavano senza ritegno e senza pietà. L’Ora, con la forza dell’inchiostro, mise in crisi l’impero del piombo.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Le radici dell’antimafia erano in quel giornale
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