La corsa all’ultimo contributo fra Schifani e Tamajo, rispettivamente presidente della Regione e assessore alle Attività produttive, potrebbe fare da preambolo a un’altra battaglia: quella per la candidatura a Palazzo d’Orleans. Il primo ambisce alla riconferma, il secondo – a parole – lo sostiene, ma rimane uno dei pretendenti alla sua successione (assieme al presidente dell’Ars Galvagno). Resta il fatto che nei giorni del Tridente, che ha spalancato le porte di Forza Italia a Raffaele Lombardo, qualcuno ha fatto notare che il governatore mal digerisce gli eccessi. A scalpitare è soprattutto Tamajo, che può anche contare su un portafogli smisurato. La disputa è in atto: richiede fiuto, strategia e piccioli.
Le Attività produttive possono contare su una molteplicità di occasioni. Qualche giorno fa è scattata la corsa al bonus lavastoviglie, per citarne uno: ossia una dotazione finanziaria da 196 mila euro – briciole, volendo – che garantiranno un contributo una tantum alle famiglie che in piena siccità hanno acquistato l’elettrodomestico che garantisce un risparmio delle risorse idriche. Verranno accolte meno di mille istanze, con un contributo massimo (ad personam) di 200 euro, e comunque non potrà superare il limite del 5 per cento della spesa sostenuta. Ci si inventa di tutto per arrivare al… cuore degli elettori.
Già dall’inizio della legislatura Tamajo flirta con le imprese e coi lavoratori. Negli ultimi giorni, proprio assieme a Schifani ha messo il cappello sulla stabilizzazione degli 80 lavoratori delle Camere di Commercio. Ma si è pure fatto promotore di un’altra iniezione di liquidità per rafforzare la crescita sostenibile e accrescere la competitività delle imprese siciliane con la creazione di nuovi posti di lavoro nelle piccole e medie imprese. Come? Con 100 milioni. E’ stato sottoscritto un nuovo accordo di finanziamento della misura “Ripresa Sicilia”, firmato dall’assessorato del forzista e Irfis, per implementare la cifra inizialmente prevista di 36 milioni. Lo scorrimento della graduatoria avverrà attraverso il recupero delle risorse dalla riprogrammazione dei fondi extraregionali 2021-2027, che consentiranno alle imprese che avevano presentato domanda di non rimanere a secco.
La misura, secondo una nota della Regione, “si inserisce in una più articolata strategia di sviluppo del sistema produttivo siciliano che punta parallelamente a sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie e il loro trasferimento alle imprese, con l’obiettivo di rafforzare la competitività del sistema imprenditoriale siciliano, favorire lo sviluppo di poli di specializzazione e stimolare il riposizionamento di settori tradizionali”. Un tecnicismo tira l’altro per annunciare nuovi contributi.
Schifani, però, non se ne sta a guardare. Sembrava che il Reddito di povertà, varato con l’ultimo assestamento di bilancio nonostante i musi lunghi di Fratelli d’Italia, fosse la trovata più innovativa. E invece no. Perché potrebbe entrare a giorni nella Legge di Stabilità ’25 (in discussione a Sala d’Ercole) la nuova proposta per dimezzare gli interessi applicati dalle banche e dagli istituti di credito ai siciliani che rateizzano il pagamento dei beni durevoli (ma non di lusso): automobili, mobili o elettrodomestici. La proposta iniziale è di dieci milioni di euro e va perfezionata. Anche se è chiaro l’intento: competere con Tamajo per la leadership dei contributi a fondo perduto e “incentivare i consumi”. “Serve una spinta e forse, in qualche caso, i tassi di interesse sono troppo esosi. Vogliamo dare un incoraggiamento e un po’ di fiducia a chi ricorre alle rateizzazioni”, ha detto Schifani.
Ovviamente non è l’unico tentativo di ingraziarsi i siciliani con misure estemporanee e funzionali al consenso. Il Reddito di povertà, in queste ore, è passato al vaglio dell’assessorato al Lavoro, che ha ritrasmesso le tabelle alla giunta per l’approvazione finale. Nell’ultimo collegato alla Finanziaria 2024 non erano stati indicati i criteri di assegnazione dei contributi, ma ci si era limitati ad annunciare la cifra: 30 milioni. In queste ore è stata esclusa l’ipotesi del click-day e di assegni da 5 mila euro a famiglia. Entreranno in ballo vari fattori: le donne vittime di violenza e le ragazze madri, ad esempio, avranno un punteggio maggiore, così come le famiglie numerose (con almeno tre figli a carico). I criteri fissati dall’assessorato, compresa la presenza di regolare contratto per chi è in affitto, daranno vita a una graduatoria: chi sta più in alto beccherà più soldi. Si spera di coinvolgere almeno 10 mila famiglie. “Non è uno spot – ha detto Schifani – ma un’indennità che garantisce a qualche famiglia, che non ce la fa, di avere aiuti per un anno. Non c’entra niente con il reddito di cittadinanza, che noi abbiamo contestato perché impediva ai giovani di lavorare togliendogli ogni stimolo”.
Il presidente ha poi aggiunto che “stiamo studiando ulteriori misure per far crescere l’economia. Vogliamo che i nostri ragazzi non siano costretti ad andare via dalla Sicilia”. La Finanziaria potrebbe rappresentare un buon momento per dare sfoggio della creatività (da qui lo sconto sui beni di consumo). Una settimana fa anche Tamajo ha annunciato nuove iniziative per il 2025, “tra cui il rafforzamento delle garanzie per l’accesso ai finanziamenti e programmi specifici per l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese artigiane”. “Gli artigiani – ha detto l’assessore – rappresentano il cuore pulsante della nostra economia: la Regione continuerà a lavorare per creare un ambiente favorevole alla loro crescita e competitività puntando su innovazione, formazione e credito agevolato. Il nostro obiettivo è garantire che nessuna impresa resti indietro. Continueremo a fare squadra con le associazioni di categoria e il governo nazionale per sostenere concretamente il sistema produttivo siciliano”. Non è ancora gennaio, ma la lotteria è già cominciata. Come la campagna elettorale.