L’approvazione dell’articolo 147 della Finanziaria, che entrerà in vigore a Legge di Stabilità ultimata, ha provocato uno scossone in seno alla pubblica amministrazione regionale. L’adeguamento del trattamento economico alla portavoce del presidente della Regione – la giornalista ed ex europarlamentare del Pd, Michela Giuffrida – la porterà a guadagnare (potenzialmente) fino a 160 mila euro, cioè uno stipendio parametrato a quello di un dirigente generale. Per questo il Dirsi, l’associazione dei dirigenti della Regione, ha subito scritto una lettera che verrà recapitata in settimana a Musumeci, per rivendicare “un adeguamento anche per chi ha responsabilità superiori e più delicate di quelle di un giornalista”. Silvana Balletta, a capo del sindacato e rappresenta i 1.300 dirigenti di terza fascia, spiega che “siamo indignati perché ai dirigenti non viene riconosciuto il livello di responsabilità legato al nostro ruolo. Con tutto il rispetto, se il portavoce sbaglia un comunicato non finisce alla Corte dei Conti. Ora è arrivato il momento di aprire un tavolo sulla dirigenza”. Il contratto della dirigenza, approvato dopo oltre 10 anni di attesa, è stato inoltre bocciato dalla Corte dei Conti, facendo saltare gli aumenti. Un’altra questione aperta e irrisolta da vent’anni, riguarda il transito dalla terza alla seconda fascia. Secondo l’accordo Stato-Regione si deve fare ora. Se ne riparlerà nell’ambito di una riforma complessiva della pubblica amministrazione che più volte, durante l’esame della Finanziaria, è balenata a Sala d’Ercole.
Da segnalare, infine, il commento tranchant dell’ex dirigente generale all’Energia, oggi soggetto attuatore della riqualificazione degli ospedali siciliani, Tuccio D’Urso: “A proposito dello stipendio della portavoce del Presidente della Regione Siciliana equiparato, in forma ridotta, a quello dei dirigenti generali: ve ne sono molti di questi che dovrebbero pagare loro la Regione per essere tenuti in servizio, altro che percepire uno stipendio…”.