E se Micciché esulta per il suo primo cameo cinematografico, qualcuno non l’ha presa bene. Trattasi dell’attore Dario Veca, nativo di Patti e già visto all’opera in alcune fiction di successo come “Cento Passi” di Mario Tullio Giordano e “Il giovane Montalbano” di Alberto Sironi. Bene: doveva essere lui il presidente dell’Ars ai tempi di Piersanti Mattarella. Lo ha spiegato a Repubblica, esibendo il contratto che Grimaldi gli aveva fatto firmare prima che iniziassero le riprese del film. Recita testualmente: “Contratto di collaborazione nel ruolo di attore per il personaggio di: presidente dell’Assemblea regionale siciliana”. Poi si è ritrovato a fare il capogruppo della Dc: “Mi ha chiamato Grimaldi – racconta Veca – e mi ha detto che era molto dispiaciuto, ma che il dottore Micciché gli aveva detto di fare la parte di Russo. Non ci potevo credere. Accetto la concorrenza di altri attori, ma di un politico no. Così ho dovuto accettare la parte del capogruppo della Dc. Ma, se permettete, io volevo fare il presidente dell’Ars. Non è la stessa cosa…”.
Enrico Ciuni
in Il sabato del villaggio
L’attore protesta: quella parte era mia
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