Il disegno di legge sull’edilizia torna ai box. Dopo il rinvio di dicembre, per lasciare spazio alla sessione finanziaria, l’Ars ha nuovamente sospeso la discussione. Lo stop, questa volta, è di carattere informale (nel senso che il Ddl rimane, comunque, all’ordine del giorno). Il testo, che conta un migliaio di emendamenti, è osteggiato dal Partito Democratico, ma in parte anche dai Cinque Stelle, contrari a qualsiasi ipotesi di condono. Micciché, accogliendo la proposta della presidente Giusy Savarino, non ha potuto fare altro che rispedire la norma in quarta commissione, dove verrà reintegrata con alcuni articoli (i più delicati) inizialmente accantonati per sveltire l’iter. Questa pausa di riflessione, inoltre, tornerà utile per sforbiciare i numerosi emendamenti: “Ce ne sono cento solo per l’articolo 3 – ha sbottato Micciché -. C’è bisogno di un testo più snello”. La decisione è stata accolta con favore dall’assessore al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro.
Il nodo cruciale della proposta è rappresentato dall’articolo 20 che, secondo il M5s, “estende gli effetti del terzo condono, di berlusconiana memoria, alle aree a vincolo relativo, per intenderci quelle tutelate dal paesaggio o quelle a rischio idrogeologico. Deve essere chiaro a tutti: ogni tentativo di condono edilizio incontrerà un muro da parte nostra. L’abbiamo detto più volte, ma lo ripeteremo all’infinito: siamo disponibili a ragionare sul disegno di legge a condizione che non venga riproposta alcuna norma che preveda condoni”. L’assessore Cordaro, fin dal primo momento, ha invece sostenuto un’altra tesi: “L’articolo 20 si occupa di vincoli relativi e di zone che prevedono già, nei fatti, la valutazione dell’autorità preposta al controllo – sia essa il Genio Civile, la soprintendenza o il corpo forestale – senza il cui parere favorevole non è possibile nessuna edificazione. Il nostro unico obiettivo è riaffermare la certezza del diritto”. L’altro tema dibattuto è la cosiddetta sanatoria giurisprudenziale: secondo il M5s Trizzino, “rischia di trovare la scure della Corte Costituzionale”.
Tra i più accaniti, in aula, il segretario del Pd Anthony Barbagallo: “Oggi a Sala d’Ercole abbiamo chiesto che finalmente venisse trattato il testo sull’edilizia, sollecitando il recepimento di una legge che è già in vigore, da oltre un anno e mezzo, in tutte le altre le regioni italiane. E invece la norma ritorna nuovamente in commissione. La Sicilia detiene il triste primato pure in questo caso: è l’ultima regione italiana nel recepimento delle norme per la semplificazione delle pratiche edilizie. Da settembre il testo è all’ordine del giorno dell’Aula – aggiunge Barbagallo – ma i continui litigi nella maggioranza non consentono di approvare la norma. Siamo di fronte, ancora una volta, ad un governo che non è in grado di andare avanti, che litiga per qualche sanatoria e non è in grado di esitare norme elementari come nel caso della legge sull’edilizia, che consentirebbe di velocizzare i procedimenti – conclude – e semplificare gli iter di approvazione delle pratiche edilizie”.