No, non è l’apocalisse. Non si vedono nel cielo biancastro gli angeli vendicatori; il calice dell’ira non è stato ancora versato e non è scritto da nessuna parte che “le isole fuggirono e le montagne non si ritrovarono mai più”. C’è una emergenza, una gravissima emergenza. Che flagella Catania, diventata ormai una città da terzo mondo: senza aeroporto, senza acqua, senza energia elettrica. E che spaventa anche Palermo, soffocata da un caldo asfissiante e accerchiata da incendi che si estendono da Monreale a Bellolampo, da Capo Gallo fino alle montagne di Punta Raisi. No, non siamo alla fine del mondo. Ma se pensiamo che non c’è un governo in grado di fronteggiare gli inferni provocati in Sicilia da un’estate rovente e devastante, allora sì: possiamo dire che l’apocalisse ce l’avevamo in casa da tempo e non lo sapevamo. Abitava tra Palazzo d’Orleans e Palazzo dei Normanni.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
L’apocalisse che noi non avevamo visto
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