Per trent’anni Vincenzo Agostino ha cercato di conoscere gli assassini del figlio poliziotto, ucciso nel 1989 assieme alla moglie incinta. Per trent’anni Agostino, con la sua barba lunga e bianca, è stato il simbolo di un’antimafia dolorosa, tenacemente impegnata nella ricerca della verità. E’ morto l’altro ieri senza avere avuto giustizia. Sempre l’altro ieri alcuni partiti, già in preda alla febbre elettorale per le europee, hanno presentato alla stampa i “campioni dell’antimafia” (cit. Repubblica) reclutati nella speranza di convogliare sui loro simboli il consenso della società civile. Ma i venerati “campioni” inseriti nelle liste sono quasi tutti professionisti dell’antimafia; alcuni addirittura incalliti voltagabbana, pronti a cambiare casacca per accaparrarsi un seggio a Strasburgo. Requiem per Vincenzo Agostino, che per trent’anni ha cercato solo verità e giustizia.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
L’antimafia di un padre che chiedeva giustizia
vincenzo agostino
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