“L’Ue faccia sentire la propria voce per liberare i pescatori sequestrati in Libia”. Lo ha scritto l’eurodeputata della Lega, Annalisa Tardino, che assieme alla delegazione del Carroccio al Parlamento Europeo e al deputato Lorenzo Viviani, ha inviato una lettera all’Alto Rappresentante UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, “per chiedere un immediato e risolutivo intervento. Sono trascorsi oltre 45 giorni, e la situazione è oramai inaccettabile! Chiediamo con forza – commenta la Tardino – che l’Ue sanzioni questo comportamento scorretto da parte della Libia e si adoperi senza indugio per riportare a casa i pescatori italiani ingiustamente detenuti, intraprendendo le necessarie azioni diplomatiche, volte a mettere fine a una situazione di chiara violazione dei diritti fondamentali dell’uomo. Chiediamo, infine, l’impegno dell’Unione Europa per facilitare un accordo bilaterale Italia-Libia in materia di pesca, al fine di regolamentare le attività ed evitare il ripetersi di simili azioni unilaterali”.
Il sequestro dei due pescherecci di Mazara del Vallo, e dei 18 pescatori dell’equipaggio, è avvenuto il primo settembre. Da quel giorno le famiglie stanno provando a sollecitare in ogni modo il governo italiano per accelerare le procedure di liberazione: “Non è che l’ultimo, increscioso, episodio di una lunga serie di incidenti che hanno interessato in questi anni pescherecci italiani operanti nelle acque prospicienti la Libia – dice la Tardino, che è anche coordinatrice in commissione Libe per il gruppo Identità e Democrazia -. Una situazione inaccettabile e fonte di grande preoccupazione per i nostri connazionali e le loro famiglie”.
Qualcosa nel frattempo si muove anche in Sicilia. Nei giorni scorsi il Consiglio di presidenza dell’Ars, su proposta di Micciché, ha deliberato un contributo da duemila euro per ogni singolo nucleo familiare dei pescatori sequestrati. Ieri il presidente dell’Assemblea ha scritto al sindaco di Mazara, Salvatore Quinci, per spiegare che i bonifici sono partiti: “Un gesto di vicinanza che si aggiunge alla solidarietà anche politica manifestata nei giorni scorsi” ha sottolineato nella missiva Miccichè, il quale ha ribadito come “non verrà meno neanche per un solo giorno la pressione nostra e di tutto il Parlamento siciliano nei confronti del Governo nazionale, e non solo, per velocizzare la soluzione dell’incredibile vicenda”.
Qualche giorno fa il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha spiegato che il governo “sta lavorando notte e giorno per riportarli a casa”, ma “la strumentalizzazione di questa vicenda che stanno facendo alcune forze politiche e soggetti che in passato hanno anche ricoperto incarichi di governo è desolante. Alzare i toni, speculando sull’angoscia, legittima, delle famiglie dei nostri pescatori, rischia di complicare il lavoro che stanno portando avanti i nostri professionisti”. “Invito a riflettere tutti – è stata la conclusione di Di Maio -. In questi momenti servono testa e cautela, ma soprattutto serve responsabilità. Questo non è un gioco, di mezzo c’è il destino dei nostri connazionali”.