Dura battuta d’arresto, a Corleone, e non solo per la polemica interna con Di Maio, per Maurizio Pascucci, il candidato che scattò la foto con uno dei nipoti di Binnu Provenzano. Nel piccolo centro palermitano, a lungo feudo di Cosa Nostra, non ha vinto il Movimento 5 Stelle né la mafia. Ma Ciccio Nicolosi, 76 anni, rappresentante del centrodestra. Che ha fatto man bassa di consensi: 1354 preferenze su 2447 voti espressi, pari al 55%. Il candidato grillino, ripudiato dal Ministro per lo Sviluppo Economico (ma non della Sicilia), che prima lo ha implorato di rinunciare al simbolo e che probabilmente glielo toglierà non appena si insedierà al Consiglio comunale come “sindaco secondo arrivato”, si è fermato al 27%. Il terzo candidato Salvatore Antonino Saporito, a capo della lista Viviamo Corleone, ha ottenuto 386 consensi. L’affluenza ha raggiunto il 61%.
Nicolosi, che guidava la lista Nuova luce, ha un lungo passato da parlamentare regionale e ha pure avuto degli incarichi di giunta. E’ stato sindaco di Corleone già nel mandato 2002-2007. Nel 2001 era stato addirittura eletto alla Camera dei Deputati. Corleone è tornata al voto dopo sei anni e mezzo, con un’attesa che è andata ben oltre i confini della cittadina dell’entroterra palermitano che ha dato i natali a Riina e Provenzano. La precedente amministrazione di centrodestra, guidata da Lea Savona, era stata sciolta per mafia nell’agosto del 2016.
Ma a tenere banco, nelle ultime ore, era stata la diatriba fra Luigi Di Maio e Maurizio Pascucci, che su Facebook aveva pubblicato una foto con il nipote di Bernardo Provenzano, incensurato. Di Maio aveva immediatamente preso le distanze da quello che reputava un messaggio pericolosissimo. E aveva disertato il comizio di chiusura del suo candidato, che si è svolto venerdì sera in piazza (ma senza il ministro). Pascucci, oltre ad aver perso le elezioni e la fiducia del mondo pentastellato, ha perso anche il posto di assistente parlamentare del senatore 5 Stelle Michele Giarrusso.