Madame de Stael sosteneva che l’intero ordine sociale riesce sempre a schierarsi contro una donna che aspiri a raggiungere la reputazione di un uomo. Così è stato, certamente, per le straordinarie e indimenticabili donne del jazz internazionale. Basti pensare a Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Peggy Lee, Nina Simone, fino a Natalie Cole, Dee Dee Bridgewater o Diana Krall: tutte donne che hanno faticato a liberarsi di stereotipi, come quello della subordinazione femminile, nonostante il jazz sia una musica basata sulla libertà. Al punto che una ventina di anni fa si è parlato di “jazz women’s lib”, una vera e propria rivoluzione che ha contribuito a cambiare la percezione del jazz e delle sue interpreti.
E così è stato per il jazz siciliano. In nessun altro luogo come in Sicilia il jazz è donna: donne volitive e di sorprendenti qualità, la cui solida e straordinaria reputazione ha quasi sempre varcato i confini nazionali; artiste capaci di coniugare la delicatezza con la forza, che sperimentano un jazz morbido e trasparente, composto da mille sfaccettature ma quasi sempre più dolce e meno aggressivo. Sono donne che cantano con determinazione e grazia, con potenza e leggerezza, con coraggio e seduzione. E che si esibiscono con una padronanza del palcoscenico che puntualmente suscita nel pubblico dei concerti un crescendo di emozioni, di gioia, di immedesimazione, di coinvolgimento, di preziosa favola; e spesso anche di nostalgico rimpianto o di velata malinconia.
Un talento tutto al femminile, dunque, il cui file rouge è molto spesso un repertorio fatto di canzoni che hanno come tema dominante l’amore, splendidamente interpretato da voci calde e sofisticate, ma all’un tempo profonde e cariche di una vitalità e di una lucentezza che nessun’altra musica è in grado di garantire.
A partire da Anna Bonomolo, per esempio. Che, con il suo timbro pastoso e appassionato, vanta collaborazioni con artisti del firmamento jazz nazionale e internazionale. E che con gli amici di sempre, Fabio Lannino, Diego Spitaleri e Sebastiano Alioto, intrattiene la platea con sonorità intense ed eleganti. Anna è un artista dal solfeggio largo, quasi pucciniano: sa abbandonarsi alle note della musica soul e sa rendere omaggio, con originali arrangiamenti, a star dalle tonalità estese come Stevie Wonder, Etta James o Otis Redding.
Brillano di luce propria anche Le Divas, gruppo formato da Anita Vitale, Valeria Milazzo, Marcella Nigro e Rita Collura, quattro amiche, musiciste jazz e compositrici, che con toni seducenti e sfumature particolarmente raffinate riescono a trasportare il pubblico dentro un mondo intrecciato con le nuance più belle e intriganti dell’animo femminile; al pari di Flora Faja, figlia d’arte, impeccabile e superba interprete di classici della canzone e artefice di suggestive performance; o come Carmen Avellone, spesso solista in diversi concerti dell’Orchestra Jazz Siciliana, la cui voce limpida si aggira con rigore e fantasia nelle diverse case del jazz, del pop e della lirica; o come Lucy Garsia, figlia del grande Ignazio, fondatore del Brass Group di Palermo, la cui presenza al Teatro Santa Cecilia è un costante omaggio al jazz e un punto di riferimento per i più grandi musicisti del mondo; o come Chiara Minaldi e Alessandra Mirabella che hanno arricchito il patrimonio del jazz con modulazioni vocali sempre nuove e sorprendenti.
William Shakespeare credeva che negli occhi delle donne brillasse costantemente il sacro fuoco di Prometeo, quello rubato agli dei dell’Olimpo. Le signore del jazz siciliano quel fuoco ce l’hanno dentro e lo tirano fuori ad ogni spettacolo per trasformarlo in una sfavillante bandiera di passione e di libertà.