Dopo la festa è il momento delle scelte. Roberto Lagalla dovrà compierne una su tutte: l’indicazione del suo vice. Il nuovo sindaco di Palermo è stretto in una morsa tra Forza Italia e Fratelli d’Italia, i due partiti più votati. La prima mano potrebbe toccare ai berluscones, che sono ancora indecisi fra vicesindaco (in quel caso andrebbe Francesco Cascio) e presidente del Consiglio (si fa il nome di Giulio Tantillo). Cascio è già stato designato assessore: gli altri in lizza sono Rosi Pennino, prima degli esclusi al Consiglio comunale; e Andrea Mineo, consigliere uscente che ha sostenuto la campagna di Natale Puma (eletto).
Lagalla, che ha preso nove punti in meno rispetto alle sue liste, dovrà tenere conto dei partiti. Non potrà comportarsi come un Musumeci qualunque. Al posto di vicesindaco ambisce pure Fratelli d’Italia con Carolina Varchi, che aveva già compiuto un passo di lato per favorire la convergenza sull’ex rettore. Avanzano pretese pure il neo assessore regionale all’Istruzione, Alessandro Aricò, che ha fatto eleggere Germana Canzoneri. Mentre è in bilico Antonello Antinoro, designato in prima battuta per Noi con l’Italia: il partito di Romano è rimasto al 3,3%, non ha aletto consiglieri comunali e secondo i criteri sanciti alla vigilia (che avrebbero consentito di accedere in giunta ai partiti con almeno il 3,5) rischia di rimanere fuori.
Come potrebbe rimanere fuori pure l’Udc, che vanta già il sindaco. Mentre ci sarà spazio per la Democrazia Cristiana. Anche se Cuffaro sostiene di non aver imposto assessori a Lagalla, Antonella Tirrito è molto vicina alle sue posizioni (oltre che a quelle di Toto Cordaro, assessore regionale all’Ambiente). Potrebbe defilarsi invece Totò Lentini, che vuole correre all’Ars. Mentre la Lega ha indicato in prima battuta Pippo Fallica, anche se l’esclusione dell’ex capogruppo Igor Gelarda da Sala delle Lapidi potrebbe imporre qualche ripensamento.